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Meloni "ambigua". Ma la nuova parola contro la premier è un boomerang per l'opposizione

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Il 2025 sarà l’anno delle riforme. Così ha scandito Giorgia Meloni chiudendo la kermesse di Atreju. Ecco dove va Fratelli d’Italia. Un percorso disegnato nella settimana che ha visto alternarsi sul palco centinaia di ospiti in un clima di sereno confronto. Difficile demonizzare la festa di Atreju, davvero difficile rintracciare tra le casette di legno dove si beve birra e si vendono ciambelle e panini i segni dell’incombente pericolo “fascista” tanto caro ai cultori dell’apocalittismo mediatico. Ecco allora che c’è bisogno di un nuovo mantra antimeloniano. Non più la “ducia” artefice di una deriva autoritaria ma la leader “ambigua”. Bastava ascoltare ieri a Omnibus su La7 i giornalisti critici nei confronti della premier per comprendere che al momento la chiave di lettura che offre una sinistra spiazzata dall’autorevolezza di Meloni sullo scenario europeo è quella di ripiegare sull’accusa di ambiguità. Dove vuole andare Meloni? Quale destra vuole costruire? Ora guarda ai nostalgici della Fiamma ora guarda ai popolari.

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