Matteo Salvini inchioda Ruffini: "Avrà già un altro lavoro". Open Arms: "Non mi dimetto in caso di condanna"
Un Matteo Salvini a tutto campo, quello che parla a margine del congresso della Lega Lombarda. Si parte dal caso Open Arms, a cinque giorni dalla sentenza di primo grado: il vicepremier fa sapere che in caso di condanna non si dimetterà. "Assolutamente no, ci mancherebbe, no, per quale motivo?", ha risposto a chi gli chiedeva del possibile passo indietro. "Al processo di venerdì ho tre giudici che decidono, che spero non siano militanti di nessun partito e che decidano in base alla norma. Ci sono in ballo 6 anni di carcere e un milione di euro di risarcimento danno a mio carico e soprattutto il futuro dell'Italia. Io penso che la sentenza di venerdì più che per Salvini, che preferisce essere assolto che condannato a sei anni di galera, sia uno spartiacque per l'Italia. Una condanna anche a solo un mese significherebbe una condanna per l'Italia", ha rimarcato il ministro dei Trasporti.
E ancora: "Ringrazio Giorgia Meloni, e gli alleati del centrodestra, lei non mi ha mai fatto mancare la solidarietà per la vicenda politica che si conclude a Palermo il 20 dicembre, scoprirò se aver bloccato i clandestini è stato un mio dovere, o un reato". E ancora, sul premier: "Con Giorgia in questi due anni di governo abbiamo lavorato benissimo insieme, abbiamo maturato un rapporto di lavoro che è anche diventato anche un rapporto di amicizia al di fuori della politica, alla faccia dei gufi giornalisti che cercano problemi quando non ci sono".
Poi su Ernesto Maria Ruffini, fresco di dimissioni dall'agenzia delle Entrate e al centro di indiscrezioni circa un suo imminente ingresso in politica. Ingresso che Savini dà per scontato. "Le dimissioni? Si vede che ha già un'altra occupazione. Diciamo che andarsene accusando il governo nell'anno in cui ci sono più incassi dall'evasione fiscale e più controlli sugli evasori è quantomeno curioso. È una scusa, perché probabilmente è uno dei tanti che ha sfruttato la macchina pubblica per poi fare politica. Libero di farlo, lo ritroveremo candidato da qualche parte a sinistra", ha sottolineato il leghista.
Sulla proposta di alzare gli stipendi ai ministri non parlamentari, Salvini si limita a una battuta: "Onestamente non ho seguito la vicenda e non ne sapevo nulla". Quindi sulla Lega e sull'ipotesi che Massimiliano Romeo continui a fare il capogruppo in Senato dopo l'elezione a segretario della Lega Lombarda: "Non lo so, una cosa alla volta, ne parleremo dopo", ha concluso il segretario federale del Carroccio.
Non manca una replica a Vasco Rossi, che alla vigilia aveva attaccato il leghista per il nuovo codice della strada. "Invito Vasco Rossi a confrontarsi non con la politica ma con le famiglie delle vittime di chi per colpa della droga ha perso la vita in un incidente stradale", ha affermato Salvini. "Non si ride e non si fa polemica quando c'è in ballo la vita. La droga è morte, lo Stato spacciatore con noi non farà mai strada", ha picchiato durissimo il leghista.