Elly Schlein, ecco le dieci domande sul caso Caffo
Compagni ma soprattutto compagne che perdono la voce. Il filosofo osannato dalle femministe, Leonardo Caffo, nel gotha di Chiara Valerio – la scrittrice guru di Elly Schlein – è stato condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti dell’ex fidanzata. «Inaudite violenze», per il tribunale di Milano, che nella sentenza di primo grado ha descritto punto per punto (...) l’inferno – presunto fino a sentenza definitiva – vissuto dalla donna. Caffo, 36 anni, catanese, in auge tra i progressisti per le sue teorie antispeciste – analisi che si oppongono alla discriminazione tra la specie umana e le altre – a inizio mese doveva essere tra gli ospiti di punta del festival “Più libri più liberi”, a Roma. Era stato fortemente voluto dalla Valerio, curatrice artistica dell’evento peraltro intitolato a Giulia Cecchettin accoltellata a morte dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
L’annunciata presenza di Caffo aveva sollevato furibonde polemiche. Valerio l’aveva difeso strenuamente appellandosi alla Costituzione e alla presunzione d’innocenza. Si era aggiunto anche Roberto Saviano. E però, alla fine, l’ospitata è stata annullata. Dopo la condanna del filosofo è iniziato il silenzio dei progressisti, film di cui la segretaria del Pd è attrice protagonista. Le rivolgiamo qualche domanda certi che la voce le tornerà. 1) Il 20 novembre durante una conferenza stampa nella sede del Pd lei ha dichiarato che «chi nega il patriarcato ha il privilegio di non vederlo». Lei, giustamente, è sempre in prima linea nel denunciare le violenze sulle donne: perché non ha detto nulla dopo la condanna di Caffo? Ulteriori elementi di cronaca. Stando alla sentenza di primo grado una delle violenze peggiori contro l’ex compagna di Caffo, la quale allora non era ancora trentenne, sarebbe avvenuta durante l’estate del 2020 a Catania durante una vacanza: il filosofo, tra i riferimenti intellettuali della sinistra, le avrebbe stretto «violentemente la mano destra contorcendogliela» e provocandole una frattura scomposta «con accorciamento del dito».
2) Nella stessa conferenza stampa in cui ha attaccato il ministro Giuseppe Valditara in riferimento al “caso Cecchettin”, lei onorevole Schlein ha sottolineato che «tre quarti dei femminicidi vengono commessi all’interno delle mura domestiche». Lei è la leader dell’opposizione: non ritiene che un suo intervento a seguito della decisione del tribunale di Milano avrebbe aiutato altre donne in difficoltà a denunciare? Caffo, secondo i giudici, avrebbe esortato la compagna a uccidersi per non essere riuscita «a fare nulla nella vita». Ci sarebbero stati comportamenti di «controllo ossessivo e maniacale», minacce «con frequenza settimanale».
3) Lasciamo stare il flop della rassegna “Più libri più liberi” (contrazione delle vendite tra il 25 e il 40% e aumento del costo del biglietto da 10 a 13 euro): segretaria, non ritiene che alla luce della strenua difesa di Caffo la Valerio dovrebbe dimettersi? Roberto Saviano, tra i portabandiera della sinistra, si era subito schierato con la scrittrice: «In qualche modo c’è da imparare perché si è scusata e di fatto ha rimesso in equilibrio la situazione». Si era scusata così: «Abbiamo sbagliato e ferito oltre le nostre intenzioni». Dunque volevano ferire le donne ma solo un po’? Questa domanda però non è per la Schlein, ma perla curatrice artistica. Torniamo alla Schlein.
ZiaCaffo, nell’intervista a Libero di ieri, ha detto che Valerio «ha ceduto sotto il peso dei social network», che è «la cosa più grave che ci sia per un intellettuale». Concorda? Qualcuno, al di fuori del Pd, si sta interrogando su un certo doppiopesismo della sinistra.
5) Lei Caffo lo avrebbe invitato comunque? Ulteriore passaggio dell’intervista al filosofo siciliano: «Dedicare una fiera del libro a Giulia Cecchettin è stato un errore». 6) Onorevole: l’avesse detto un qualsiasi esponente di centrodestra lei avrebbe gridato allo scandalo dopo due secondi. E questa non è una domanda. Paola Belloni, che stando alle cronache rosa è ancora la compagna della Schlein ma se non lo fosse più non cambierebbe nulla, su Instagram sembra che abbia preso le distanze dalla Valerio. Ha scritto: «Per questo, e per altri motivi di cui continueremo a scrivere e parlare, è una priorità tutelare le donne che denunciano. E liberare gli spazi pubblici dai loro potenziali abuser».
7) La pensa così anche lei? È corretto, come ha sostenuto a più riprese la Valerio, che in questi casi valga la presunzione d’innocenza? Valerio, nel dettaglio, aveva commentato: «In base all’articolo 27 nessun imputato è considerato colpevole fino alla condanna definitiva». 8) Segretaria Schlein, sulla Stampa– non su un giornale d’area di centrodestra – Simonetta Sciandivasci ha scritto: «Valerio non ha mai preso la parola sull’accaduto, ha condotto la fiera come se niente fosse (...) cancellando un principio che invece il suo stesso lavoro di intellettuale in questi anni l’ha portata a spiegare, a caldeggiare, ossia “Ti credo sorella”». La stessa Stampa ieri ha titolato “Cattivo maestro” e il commento era “La falsa morale dei cortigiani”». La Stampa sbaglia? Luglio 2023. La segretaria del Pd, con la scusa di attaccare il presidente del Senato Ignazio La Russa per le accuse rivolte al figlio Leonardo Apache, sentenzia: «La destra è patriarcale (...) Viene minata la credibilità delle donne». 9) È ancora convinta che la sinistra sia moralmente superiore? Fuori dal tribunale di Milano c’era un gruppetto di femministe soddisfatte per la condanna di Caffo. Non c’era alcun rappresentante delle istituzioni. 10) Lei, segretaria Schlein, non aderiva al movimento “Me too?” E non è sempre stata al fianco delle femministe di “Non una di meno”?