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Matteo Salvini: "Quante falsità sul nuovo codice della strada. Basta autovelox selvaggi"

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Fabio Rubini
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Ministro, finalmente ci siamo. Domani (sabato, ndr) entrerà in vigore il nuovo Codice della strada da lei tanto voluto. Qual è la filosofia che ha ispirato le nuove norme?
«Ridurre incidenti e vittime. Ogni anno perdono la vita più di 3.000 italiani, soprattutto a causa di distrazioni come l’uso del cellulare alla guida. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in Italia per giovani e giovanissimi. Voglio assolutamente invertire questa tendenza».

Entriamo più nel dettaglio. Tra le norme c’è una tolleranza zero verso le distrazioni alla guida, che sono tra le prime cause di morte al volante...
«Esattamente. Chi continuerà a usare il cellulare mentre guida (ovviamente escludendo il vivavoce) avrà, oltre alla solita multa, la sospensione immediata della patente. Ci sarà tolleranza zero per chi guida sotto effetto di droghe, tutelando ovviamente le centinaia di migliaia di malati che assumono medicinali contenenti cannabinoidi o simili a scopo terapeutico, dietro prescrizione medica».

Nel nuovo Codice c’è anche un giro di vite per quanto riguarda i monopattini e una maggiore tutela dei ciclisti.
«Le piste ciclabili saranno più sicure, non più semplici strisce bianche in strade molto trafficate, come succede in alcune città, ma veri e propri percorsi protetti. A questo aggiungiamo regole più chiare per sorpassare i ciclisti in sicurezza, con una distanza minima di 1,5 metri per evitare impatti. Per i monopattini invece (protagonisti di oltre 3.300 incidenti l’anno scorso!) saranno obbligatori targa, assicurazione e casco, a tutela di chi li usa, dei pedoni e di tutti: stop al caos, soprattutto nelle grandi città».

A proposito di monopattini: in mezza Europa le amministrazioni li stanno ritirando dalla circolazione perché troppo pericolosi. Arriverà anche in Italia questa ondata di buonsenso?
«Per ora abbiamo scelto una mediazione ragionevole, consapevoli che sono uno strumento di mobilità utile soprattutto nelle grandi città.
Conto che siano sufficienti le nuove regole, che prevedono anche che i monopattini si possano usare solo sulle strade urbane».
Capitolo droghe. Qualcuno ha criticato la norma che prevede il ritiro immediato della patente, spiegando che chi fa uso di droghe leggere potrebbe risultare positivo anche molto dopo la loro assunzione, senza alcun effetto sulla lucidità del guidatore.

Che risponde?
«La droga fa male, qualunque droga, mette a rischio la lucidità, annebbia i riflessi e riduce i tempi di reazione in strada. Ci atteniamo alle linee guida del Ministero della Salute e al buon senso, per il bene di chi guida e soprattutto di pedoni, ciclisti, motociclisti e altri automobilisti coinvolti in incidenti causati da chi usa droghe o abusa di alcol».

Una volta sui muri delle città settentrionali si leggeva questo slogan: “Autovelox rapina del Nord”. A scriverlo era la sua Lega. Con questo Codice lei ha dato una svolta alle “multe facili e a ripetizione”. Una vecchia battaglia del Carroccio che si può considerare vinta?
«È un’altra promessa mantenuta, una scelta di buonsenso. Gli autovelox servono a prevenire comportamenti scorretti, soprattutto in punti pericolosi, ma troppe volte sono stati messi ovunque, anche a ripetizione, per fare cassa. A livello mondiale, l’Italia ha il primato per numero di autovelox su strada: impensabile. Questi strumenti potranno continuare a essere usati dove ci sono scuole, ospedali, strade strette o punti pericolosi, riconosciuti tali da sindaci e prefetti. Basta con gli autovelox “furbetti”, magari nascosti o non omologati, che fino a ieri erano solo una tassa occulta».

Un altro tema è quello delle amministrazioni “creative” in fatto di viabilità. In questi anni ne abbiamo viste un po’ di tutti i colori, dalle piste ciclabili disegnate per terra a Milano fino ai sindaci che bloccano le città con le zone a 30 all’ora ovunque. Il Codice interviene anche su queste situazioni?
«Già il Codice attuale interviene e circoscrive la possibilità di individuare zone 30. Alcune città hanno voluto estendere il provvedimento alla maggior parte delle strade cittadine, in modo improprio e dannoso sia per l’ambiente che per il lavoro. Abbiamo scritto delle linee guida per richiamare tutti al rispetto del Codice, ma soprattutto al buonsenso e non all’ideologia».

Nella storia di questo Paese, ogni volta che un nuovo Codice della strada è entrato in vigore sono scattate numerose polemiche. Ad esempio già ci si lamenta per la stangata sulle multe e le norme severissime sul ritiro della patente. È pronto al fuoco di fila?
«Nessun aumento spropositato, sui social girano diverse falsità. Le multe aumenteranno soprattutto per chi ruba il posto auto alle persone con disabilità, per chi parcheggia nei posti riservati agli autobus o nei pressi degli incroci, rischiando di creare incidenti. Il ritiro della patente avverrà per alcuni casi specifici e mi auguro ci sia anche un effetto deterrente. Per la prima volta, abbiamo scelto di inserire il ritiro della patente (oltre a multe salate) per chi abbandona animali lungo le strade, e ne sono fiero. Polemiche? Se riuscirò a salvare vite ed evitare incidenti e drammi alle famiglie, avrò fatto il mio lavoro e ne sarò felice».

Cambiamo argomento. La Corte Costituzionale ha mosso rilievi alla legge sull’Autonomia. Che succede ora?
«Siamo pronti a intervenire per rispondere alle osservazioni, ma la riforma ovviamente va avanti. L’avevamo promesso e lo stiamo facendo. Autonomia significa garantire servizi migliori a tutti i cittadini, premiare il merito di chi amministra, tagliare gli sprechi e punire i politici incapaci. Sarà una rivoluzione pacifica e positiva».

Il 20 dicembre si avvicina. Cosa cambierà se dovesse essere condannato? Resterà al governo? E se invece venisse assolto sarebbe una svolta nella lotta all’immigrazione clandestina?
«Innanzitutto sono convinto che sarò assolto perché siamo in un Paese normale e in un Paese normale chi contrasta clandestini e scafisti non può essere condannato. Non dico debba essere premiato, ma neppure mandato in galera! Qualora dovessi accorgermi di non essere in un Paese normale, anche in caso di condanna continuerò comunque a lavorare con determinazione e passione come fatto fino ad oggi».

Ieri il Tar del Lazio ha bocciato il provvedimento col quale lei ha precettato lo sciopero di oggi. Ancora giudici- quetsa colta amministrativi - che decidono al posto della politica...
«Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio».

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