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Meloni ed Erdogan, la telefonata: "Questo non aiuta". Siria, situazione incandescente

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Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, sugli ultimi sviluppi della situazione in Siria. Il colloquio ha permesso alla premier italiana di ribadire l’importanza di preservare l’unità e l’integrità territoriale del paese retto fino a pochi giorni fa dal dittatore Bashar Assad e di assicurare una transizione pacifica e inclusiva che possa anche contribuire alla stabilità regionale.

Meloni ha inoltre sottolineato l’assoluta necessità di garantire l’incolumità dei civili e di tutelare tutte le minoranze presenti in Siria, inclusa quella cristiana. Alla luce della rapida evoluzione della situazione sul terreno, i due leader hanno concordato di mantenersi in stretto raccordo. Dal canto suo, Erdogan ha parlato di "mentalità da occupante" di Israele, puntando il dito contro le operazioni militari condotte dalle truppe del presidente Benjamin Netanyahu sulle alture del Golan.

Israele ha avviato un'ondata di pesanti attacchi aerei in tutta la Siria, oltre 300, e i soldati israeliani sarebbero avanzati più in profondità oltre la zona cuscinetto istituita dopo la guerra del 1973. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha riferito di questi sviluppi, le truppe israeliane sarebbero arrivate a 25 chilometri da Damasco. Una notizia che è stata smentita dall'Idf. "La presunta avanzata dei carri armati israeliani verso Damasco è falsa", ha detto un portavoce. Ma il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato la distruzione della Marina siriana e ha comunicato che l'esercito creerà una zona demilitarizzata nel sud della Siria. Su Israele sono piovute accuse di volere sfruttare il caos in Siria: dalla Turchia all'Egitto, dall'Iran alla Giordania all'Arabia Saudita, molti Paesi del Medioriente hanno condannato le operazioni israeliane.

La posizione più netta quella di Ankara: "In questo periodo delicato, quando la possibilità di raggiungere la pace e la stabilità che il popolo siriano desiderava da molti anni, Israele sta rinnovando la sua mentalità da occupante". Al telefonata con Meloni, Erdogan ha chiarito che "l'aggressione israeliana è emersa ora in Siria e che questo comportamento non contribuisce alla stabilità del Paese". Per venerdì Meloni ha convocato un vertice del G7 in cui la Siria sarà sul tavolo insieme a Medioriente e Ucraina. L'obiettivo di Israele, secondo l'Osservatorio, sarebbe quello di smilitarizzare di fatto il Paese, distruggendo "tutte le armi e il materiale dell'esercito della futura Siria". 

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