Il Pd non ha ancora capito che Conte gioca per sè
Il sonno della ragione partorisce accordi politici mostruosi e la cupidigia di potere annebbiai sensi. Lo confermano le reazioni avute dal Pd all’intervista rilasciata da Giuseppe Conte alla vigilia del referendum con cui la base di M5S scaricherà definitivamente Beppe Grillo. L’avvocato del popolo chiarisce che, se si votasse domani, il Movimento andrebbe da solo alle urne, perché è «progressista ma non di sinistra». Niente campo largo e niente alleanza con Elly Schlein. La dichiarazione è forte. Risponde all’esigenza tattica di scaldare chi voterà, tra domani e domenica. Poiché Grillo resta, nell’immaginario collettivo pentastellato, il nemico dei dem - il comico li chiamava «pidioti»-, Conte, ora in oggettiva difficoltà, ha necessità di marcare le distanze da Schlein e compagni, così da riempire il vuoto che si appresta a creare e da non far rimpiangere il fondatore. (...)
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