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Abeti fucsia e "XMas": sinistra in tilt anche a Natale

Alessandro Gonzato
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Il Natale, diceva la pubblicità con Renato Pozzetto, quando arriva arriva. In quegli anni ce n’era anche un’altra, quella del “Tartufòn c’est bon”, che però era interpretata da un attore di colore e oggi la sinistra politicamente ipocrita strepiterebbe.

I progressisti gridano lo stesso perché a Verona un giovane parroco parafrasando il Papa si è chiesto se l’albero di Natale fucsia che l’amministrazione gli ha piazzato davanti alla chiesa sia dovuto a «troppa frociaggine in Comune», una battuta che può non piacere ma è molto più acuta di chi ha messo quel «pistolotto» fluorescente – come l’ha definito il prete – e infatti i dem che amministrano la città non l’hanno capita e tuonano contro don Ambrogio Mazzai, il quale ha 32 anni e sui social è “Don TikTok”.

 

 

 

VOX POPULI

Invero il parroco, seguito sul web da più di 100mila persone, tramite un video aveva lanciato un sondaggio tra i fedeli ma anche tra gli infedeli per capire il perché di quel cono gay-friendly: A) All’amministrazione piace sperperare soldi pubblici; B) Troppa frociaggine in Comune; C) È un’opera d’arte; D) È inquinamento ambientale.

Nel caso fosse prevalsa quest’ultima opzione (ha vinto la frociaggine) il “Verde” Angelo Bonelli, da quanto è trapelato, si sarebbe precipitato a Verona con la slitta per accusare la premier Meloni anche se il sindaco è l’ex calciatore Damiano Tommasi. Il segretario provinciale del Pd invece è Franco Bonfante, che se n’è uscito così: «Sul rispetto delle persone non transigiamo. Che poi il linguaggio omofobo venga dalla bocca o meglio dalla tastiera di un sacerdote rende tutto ancora più grave, inquietante e grottesco», ma ripetiamo che il Bonfante non parlava di sé. «Peraltro», ha aggiunto il dem pensando di brillare come una cometa, «l’installazione degli addobbi è curata da Agsm-Aim e non dal Comune», come a dire che l’albero è un abete Lgbt nell’occhio ma la colpa non è del Pd. Agsm-Aim è per il 60% un’azienda partecipata del Comune di Verona, ma sono dettagli.

 

 

 

Don Mazzai sui social cerca di avvicinare i ragazzi alla religione e le nonnine della parrocchia dello Spirito Santo lo adorano. È un pezzo di pane, ma si ribella alla strumentalizzazione politica progressista: «Ho usato quel termine in modo ironico e popolare, non l’ho rivolto a nessuno, e quindi non porta con sé offese. Resto convinto», è andato avanti, «che sia uno sperpero di soldi per una bruttura, e chi si sente offeso dalla parola “frociaggine” ha problemi di lingua italiana e mentalità». Amen.

Per i progressisti è allarme omofobia e persiste anche il pericolo fascismo: tra i dem qualcuno ha già visto Babbo Natale in nero col fez, ma ancora non hanno diffuso un comunicato ufficiale di censura. Nel frattempo le bollicine hanno già peggiorato la situazione a Castiglion Fiorentino dove la giunta di centrodestra ha posizionato una luminaria dorata col classico “Xmas” che ovviamente sta per “Christmas” ma per i compagni è la Decima Mas. All’armi siam natalizi! Si sono aggiunte le sparate a palle di Natale incatenate a Presicce-Acquarica (Lecce), Muluzzano (Lodi), Bitonto (Bari) e Manduria (Taranto), dove la scritta installata nei giardini di piazza Vittorio Emanuele, sotto il ginko biloba, sta facendo impazzire il mondo della sinistra molto più dell’analcolico biondo.

A Cortina d’Ampezzo invece si agitano gli epigoni di Greta Thunberg, rimasti orfani perché ormai l’adolescente treccioluta gira con la kefiah e strilla contro Israele: danneggia di più un abete finto, si tormentano, o uno vero? Il Comune ne ha messo uno di plastica ed è baruffa tra le due fazioni. «Ma scusate, la plastica non andava eliminata?»; «Sempre meglio che tagliare un albero!»; «E allora perché non è stato usato uno dei larici rimossi perla realizzazione della pista da bob delle Olimpiadi?». Ci sono poi gli ambientalisti parsimoniosi: «Abbiamo davvero bisogno di alberi di Natale a ogni incrocio e rotatoria? Non ne basterebbe uno decorato perbene?». Qualcuno vuole prendere a modello quello fucsia di Verona.

 

 

 

IN ALTO I CALICI

Intanto nella trentina Val di Ledro echeggia ancora la polemica “green” per l’abete inviato in Vaticano un paio di settimane fa, e al diavolo se aveva sessant’anni e sarebbe comunque stato abbattuto. Sarà l’albero del Papa in piazza San Pietro. Siamo ancora a inizio Avvento ma a sinistra la situazione è già sfuggita di mano: si dice che qualcuno, per uscire dal dilemma “albero vero albero finto”, nella sede del Pd voglia addobbare i baffoni di Sandro Ruotolo. Baffi-luminarie, o delle luminarie coi baffi. «Sarà molto meglio di Spelacchio!». Spelacchio, l’albero della grillina Raggi. Ma chi ha riferito questa storia, poco credibile, è già molto avanti coi brindisi.

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