Giorgia Meloni, il piano dei neonazisti: "Basta un cecchino per ucciderla"
"Trovami un cecchino e attueremo il piano". Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il killer si sarebbe dovuto mettere dentro l'albergo che si trova di fronte a Montecitorio. Gli estremisti arrestati e indagati che facevano parte del gruppo neonazista "Werwolf Division" volevano uccidere Giorgia Meloni con un fucile di precisione: "Da lì puoi sparare un colpo dall'alto".
Ma non finisce qui. Come riporta il Tempo, nelle numerose conversazioni e messaggi sul canale Telegram intercettati dai magistrati della procura di Bologna, che ha emesso 12 arresti e ha indagato in tutto 25 persone, i neonazisti avevano anche effettuato "appostamenti e sopralluoghi in prossimità di Palazzo Chigi e Montecitorio". Due degli indagati, a marzo 2023, si sono scambiati dei messaggi proprio sul premier: "A volte si muove a piedi da quelle parti, basterebbe essere sul posto con una pistola e un minimo di mira. Per i traditori è sufficiente un colpo in testa".
La destra di Giorgia è la vera nemica della destra hitleriana
I neonazisti, nei loro messaggi antisemiti su Yelegram, definivano il mondo più buio della storia: "Non possiamo cambiare il mondo da un giorno all’altro, ma possiamo cambiare la nostra prospettiva. Questo può essere visto come il periodo più buio della storia, ma può anche essere visto come il periodo migliore di sempre - scriveva uno degli indagati che usava come nickname 'Matteo Dux' - Un’epoca in cui molti eroi hanno la possibilità di compiere azioni eccezionali, chiunque essi siano, ovunque si trovino".
Il paradosso di questa drammatica vicenda è stato ben evidenziato da Matteo Piantedosi. Il Viminale ha ricordato che "i neonazisti vogliono colpire la premier Meloni e componenti importanti di un governo che talvolta viene accusato dall’opposizione di avere, in qualche modo, una vicinanza ideale a questi mondi". "È tutta una follia" ha invece affermato Roberto Fiore, fondatore di Forza Nuova, più volte nominata nell’ordinanza. "Gli indagati sono degli sconosciuti. Ho la certezza che questa inchiesta sia basata su conversazioni assolutamente ininfluenti via chat, che è impossibile che qualcuno abbia pensato di sparare alla Meloni o di andare a Roma a fare il golpe. Sono tutte fantasie, sono chiacchiere, cose dette magari in ironia".