Marco Rizzo sbugiarda Landini: "Dov'eri quando il Pd...", il video è una bomba
In tv lo prende a testate (verbali). E il popolo di destra– ma non solo – lo applaude. Certo, i voti ancora non arrivano ma tutto si può dire tranne che Marco Rizzo, comunista a tutto tondo, sia un ipocrita. Le sue intemerate contro Maurizio Landini sono un cult. La verità squadernata dal piccolo schermo.
Le balle della Cgil svergognate davanti a tutti. Altro che scioperi, altro che mobilitazioni, a sentire Marco Rizzo è tutta una sceneggiata. Del resto, non è difficile notare come sia modificato l’atteggiamento sindacale, persino con una spaccatura che sarà difficile ricucire. Per ora è la Cisl a prendere le distanze dalla Cgil, ma qualche vocina dall’interno della Uil potrebbe soffiare all’orecchio di Pierpaolo Bombardieri di stare attento alle pretese politiche di Landini. Il sindacato dovrebbe essere altra roba.
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Non ci vuole molto a capire le manovre del numero uno della Cgil, con un linguaggio violento, tipico di un leader più politico che sindacale. E l’accusa di far più politica che rappresentanza dei lavoratori viene mossa proprio da sinistra: in questo caso Marco Rizzo è number one nel dare voce a chi si è stufato. Non deve essere casuale che i video social di Landini spopolino ovunque e particolarmente a destra.
Probabilmente a sinistra chi ne condivide i pensieri non ha ancora il coraggio di manifestarsi pubblicamente, ma tutto lascia intendere che fra poco ci sarà la coda. Perché roba del genere è musica per le orecchie di chi si è stancato, ecco Rizzo versus Landini: «Quando i diritti dei lavoratori erano attaccati dalla sinistra lui stava zitto, quando il Pd distruggeva la sanità il sindacato non faceva nulla. Come gli altri leader della Cgil tenterà di scalare il Pd e poi finirà all’Europarlamento».
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Con i suoi attacchi alla Cgil, Rizzo svergogna il sindacato che fa scioperi generali «solo perché c’è la Meloni al governo», in pratica sono attacchi ideologici come metodo. Poi continua: «Quando toglievano l’art.18, il Jobs Act e gli elementi strutturali di distruzione dei diritti dei lavoratori», dove stavano Landini e compagnia? Di più, e torna alla memoria quanto di più infausto ci fu contro i pensionati italiani: «Appena quattro ore di sciopero contro la legge Fornero».
Del resto, le braccia conserte dei sindacati non le deve dimenticare riguardo agli anni d’oro della sinistra al potere, e anche con i governi tecnici eterodiretti dal Pd. Quando costoro facevano tagli alla sanità e scuola, i cosiddetti rappresentanti dei lavoratori non muovevano un dito per impedire la svendita delle nostre aziende di Stato a multinazionali estere, quando chiudevano ospedali, o quando importavano il lasciapassare o costringevano fare da cavia per poter lavorare nell’epoca della vaccinazione obbligatoria.
Magari a loro bastava il contentino dei Caf e dei centri servizi da gestire... Ovviamente, la memoria di Rizzo e di quelli come lui dà fastidio a sinistra, perché risveglia coscienze che sembravano assopite e svela l’ipocrisia di chi ulula contro i presunti tagli di oggi mentre dormiva di fronte a quelli veri di ieri. Certo, non tutte le idee di Marco Rizzo sono apprezzabili, sennò non sarebbe un campione di quella sinistra lì. Ma chi non fugge di fronte alla bugia merita quantomeno apprezzamento.