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Ilaria Genovese, la consigliera di Sinistra Ecologista: "Gli spacciatori? Non è un problema di sicurezza"

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I pusher non sono un problema. Almeno per la consigliera di Sinistra Ecologista, Ilaria Genovese. Durante l'ultimo consiglio della circoscrizione 7 di Torino, la coordinatrice al multiculturalismo all’interno dell’istituzione territoriale ha detto chiaro e tondo: "Per me non è un problema di sicurezza una persona che spaccia, ma è un problema per quella persona che debba ricorrere allo spaccio per sopravvivere". Inutile dire che le sue parole hanno scatenato un putiferio. Nella nuova seduta del consiglio locale Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno infatti presentato tre diversi documenti per chiedere alla circoscrizione di "condannare le parole di Ilaria Genovese", perché "i pusher vendono morte e spacciare è un reato". 

Il dibattito ha avuto inizio dai numerosi problemi che affliggono la zona di Aurora e, in particolare, l'area attorno al ponte Carpanini, da tempo punto di ritrovo per la microcriminalità e la vendita di stupefacenti. E l'illegalità porta inevitabilmente alla mancanza di sicurezza, quella denunciata più volte dai comitati dei residenti. Ecco allora che i partiti di centrodestra della Sette avevano già proposto la chiusura, con tanto di ordinanza, della scalinata del ponte per mettere al sicuro l’area. Per Genovese, però, la questione andrebbe affrontata diversamente.

Ma per Genovese la questione è un'altra: "Quello che contesto - spiega - è il pensiero a monte, ovvero: che sia un problema che vi siano venti, trenta persone che siedono tutto il giorno sulle scalinate in Aurora. Magari non sanno come riempire la giornata o per altri motivi non hanno altro luogo dove stare se non ritrovarsi lì. Oppure non hanno occupazioni se non quella, purtroppo, di ricorrere alla microcriminalità o allo spaccio. Il tema, però, è diverso: non diamo gli strumenti per cercare effettivamente una vita migliore in questo paese, in questa città e in questo quartiere".

 

 

Lei stessa ha detto di abitare il quartiere da un po': "Ho sempre frequentato le realtà locali che si danno da fare per trovare soluzioni alternative. Ancora oggi, ogni sabato, sono lì sul Carpanini: incontro ragazzi dei centri di accoglienza con un regolare permesso di soggiorno, passano il tempo con i loro compaesani. Poi c'è quello che prova a intrattenere le sue giornate perché non sa dove stare, c’è chi si fa la canna, chi prova a venderti un grammo di erba. Oltre a quello che si vede, poi, ci sono di mezzo storie e situazioni di difficoltà che non possiamo neanche immaginare. Si tratta di fenomeni sociali che non si possono descrivere solo in base alla criminalità. C’è poi anche il tema della liberalizzazione delle droghe leggere: lungo Dora non si vendono quelle pesanti". Insomma, tutti aspetti che "giustificherebbero" i pusher. Piccole Ilaria Salis crescono, verrebbe da dire...

 

 

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