Giorgia Meloni? Dopo il rischio-fascismo, la sinistra suona l'allarme-Burraco
La storia in estrema sintesi è la seguente: Giorgia Meloni gioca a burraco. Storia conclusa. Il punto, però, è che entra in campo la narrazione della vicenda proposta dal Fatto Quotidiano, un tema da prima pagina. Una narrazione compulsiva, oscura. Dall’allarme-fascismo all'allarme-burraco. Oplà, il tutto con risibile disinvoltura, indice del fatto che con discreta evidenza non è rimasto da raschiare neppure il fondo del barile.
Titolo: «Fratelli di burraco: nei tornei notturni Meloni sfida parlamentari e ministri». Occhiello: «Notte. La premier e i suoi giocano online, in palio magliette e coppe: se Giorgia perde, si arrabbia». Si piomba per direttissima nel grottesco: quell’indugiare sul concetto di «notte», espresso nel titolo e reiterato letteralmente a casaccio nell’occhiello, Il vizio e la notte. E addentrandosi nel pezzo, l’operazione appare sempre più marchiana. «Raccontano che il vero cruccio della presidente Meloni non siano i litigi tra i discoli alleati di governo, ma il burraco. Croce e delizia dei suoi momenti liberi. Di notte (arieccoci, nda). Da sola, al computer. Per svagarsi, con una sigaretta». Chiudete gli occhi e immaginatevi questa figura ossessionata dalle carte, avvolta dall’oscurità e dal fumo, aggrottata in un oceano di viziosa solitudine. Il premier, apprendiamo, si collega «rigorosamente con un nickname anonimo»- si nasconde- e «gioca. Ore e ore». Un punto, dopo il «gioca», per marcare sempre più le «ore e ore». Venature di ludopatia.
"Atreju a tro**". Ceccarelli, insulto sessista della firma di Repubblica: insorge FdI | Video
Ovviamente la situazione (al Fatto Quotidiano) è grave ma non seria. Giacomo Salvini, l’estensore del resoconto, ci fa sapere che tutto «era iniziato come un gioco». Poi il virus si è diffuso, «si è strutturato». Ci giocano tutti. Tutti. «Ormai, Fratelli d’Italia potrebbe rinominarsi Fratelli di burraco». Il burraco come «forma di trasgressione. Quindi via i dossier, gli emendamenti, le proposte di legge». La Repubblica cancellata dalla sola cosa che conta, ossia il panno verde su cui scivolano le carte, plastificate o virtuali che siano. L’hobby diventa impegno fisso, la «mente è Marcello Gemmato», come la «mente» dietro al colpo in banca, a una malefatta. «Funziona così: deputati, senatori e ministri si trovano su una piattaforma di burraco online e organizzano partite». Roba che scotta, organizzazione paramilitare, carto-fascistoide. C’è un tabellone che «sembra quello della Champions League», c’è un torneo e chi vince si porta a casa una coppa in d’ottone. E per quella maledetta coppa in ottone «giocano, giocano a volte tutta la notte». Ancora la notte, ancora il «giocano, giocano». Ancora la premier, che «è la più incallita». Per giunta iraconda: «Se perde, si infuria. Non lo sopporta». Nessuno la fa vincere per ossequio – d’altronde la parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti - eppure regna la paranoia: «Dopo sonore batoste, c’è addirittura chi ha temuto le ramanzine di Meloni».
Di curioso c’è anche che il noir proposto dal Fatto non è un inedito, almeno nella sostanza. Dell’inclinazione burrachista - condivisa stando alle stime con 5 milioni di italiani - ne aveva parlato Meloni stessa: «Le cose che mi fanno arrabbiare di più sono la slealtà, l’umiliazione e perdere a burraco, cosa che mi sta succedendo un po’ troppo spesso». Ne parlò anche Matteo Salvini, rivelando come la sua compagna, Francesca Verdini, giocasse in coppia proprio con Giorgia. Ma il noir proposto dal Fatto è un inedito nella forma, quella di una Meloni che antepone agli alleati il “pozzetto”, un premier che con piglio e cipiglio autoritario impone al suo partito la variante della canasta. Un noir – il fatto è degno di menzione - che ha appassionato anche il Corriere della Sera, nella versione online rilanciava la non-notizia del Fatto: «Burraco online, la passione nascosta di Meloni e dei fedelissimi» (che sarebbero poi la sorella Arianna, Lollobrigida, Giordano e Silvestroni). Al netto del fatto che la passione non è mai stata «nascosta», prendiamo atto con letizia della remissione del rischio-autoritario e delle pulsioni nere. Prende piede l’innocuo burraco. I compagni possono dormire sonni tranquilli. Giorgia Meloni, forte dei jolly che le scagliano addosso, ancor di più.
"Perché il governo Meloni è il più stabile di sempre": Bocchino sbertuccia Landini e Schlein