Governo, Giorgia Meloni accelera per il dopo-Fitto: la mossa del premier
Breve ma intenso. Si può sintetizzare così il Consiglio dei ministri di ieri, durato poco più di un quarto d’ora ma terminato con l’applauso caloroso, e l’aggiunta di foto di gruppo, in onore di Raffaele Fitto, il ministro “promosso” vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Il titolare degli Affari europei, politiche di Coesione e Pnrr del governo Meloni da domani traslocherà a Bruxelles e per lui è stata l’ultima riunione a Palazzo Chigi con i colleghi. In Cdm ha infatti annunciato che nelle prossime ore, forse oggi stesso, salirà al Colle per rassegnare le dimissioni da ministro della Repubblica italiana al capo dello Stato Sergio Mattarella. Chi sarà il suo successore? Fratelli d’Italia ha fatto capire con chiarezza che quel dicastero non si tocca, non andrà ad altri partiti della coalizione e l’ipotesi, circolata in un primo momento, di spacchettare le pesanti deleghe dell’ex governatore pugliese, sembra non essere più valida. La volontà del premier è di non perdere tempo, ma di affidare le deleghe «in ottime mani». Coesione e Pnrr, in ogni caso, restano insieme. E se proprio spacchettamento dovesse essere, lì potrebbe andare bene un tecnico, in fondo la macchina del ministero è ormai «ben oliata». Mentre per gli Affari europei serve una figura più politica.
La faccenda è così delicata che non si è escluso fosse la stessa premier ad assumersi l’interim prima di annunciare il nuovo ministro che prenderà il posto del fidato Raffaele. Tale opzione, però, avrebbe perso quota nelle ultime ore. Comunque sia, tra le figure “tecniche” per la Coesione e il Pnrr, si è parlato di Ermenegilda Siniscalchi, attuale capo di Gabinetto di Fitto, mala partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, alla cabina di regia del Pnrr, non è sfuggita neanche a chi la frequenta da sempre.
Nella rosa dei papabili per gli Affari europei c’era Elisabetta Belloni, che però, in quanto capo del Dis, è «impegnata con altri importanti incarichi».
Inoltre, viene giudicata priva di fondamento la notizia circolata di una richiesta di un incontro con la Meloni da parte di Antonio Tajani proprio per esprimere un suo no all’ipotesi Belloni. Anche perché, è il ragionamento che si fa tra i fedelissimi della premier, «non avrebbe senso porre veti su un ministro che è in quota Fratelli d’Italia». Tra gli altri meloniani citati in queste settimane, il viceministro Edmondo Cirielli e il presidente della commissione Esteri del Senato Giulio Terzi di Sant’Agata. Tuttavia, anche questi due nomi non sarebbero davvero in pista. Possibile, dunque, che si lasci passare la manovra per nominare, a gennaio, il nuovo inquilino del dicastero vacante e nel frattempo le deleghe possano venire assegnate ai due sottosegretari alla presidenza del Consiglio: Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, entrambi di Fdi.
Intanto ieri Fitto si è congedato dai colleghi con tre informative sulla Strategia nazionale per le aree interne e relativo piano strategico, sulle Zes (Zone economiche speciale) e sulle zone logistiche semplificate. Ma in Cdm, al quale non ha potuto partecipare il vicepremier leghista Matteo Salvini a causa di problemi di famiglia, è stato soprattutto approvato il decreto legge che introduce misure urgenti in materia di giustizia, in particolare per contrastare la violenza di genere.
Si tratta di norme che «potenziano ulteriormente l’efficacia dell’utilizzo dei braccialetti elettronici come strumento di controllo delle misure cautelari», afferma la ministra alle Pari Opportunità Eugenia Roccella. «Sono state esplicitate, spiega, «le procedure di accertamento che la polizia giudiziaria deve compiere per verificare il corretto funzionamento dello strumento per ogni singolo caso, imprimendo peraltro un’accelerazione con la fissazione a 48 ore del termine entro cui questi accertamenti devono essere compiuti».
Saltano ancora una volta, invece, le due norme più significative e discusse: il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati e la stretta sul cyber con l’affidamento al Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo dei poteri di impulso e coordinamento delle inchieste sul crimine cibernetico, su cui c’era stata la forte opposizione di Forza Italia. Prevista, nel dl giustizia, anche una modifica secondo cui il commissario straordinario per l’edilizia carceraria può approvare i progetti per la costruzione di nuovi istituti di pena pur senza l’intesa «con i Presidenti delle regioni territorialmente competenti», come era invece in precedenza. Approvati, poi, su proposta del ministro degli Esteri, Tajani, due disegni di legge di ratifica ed esecuzione di altrettanti accordi internazionali.
Mentre su impulso del Mimit si è dichiarato di «interesse strategico nazionale» il programma d’investimento presentato da Amazon per estendere i programmi cloud in Italia. Infine, sono state esaminate tredici leggi regionali che il governo ha deciso di non impugnare. Tutto in poco più di un quarto d’ora. Con grande armonia e tra i saluti e gli applausi per Fitto che va in Ue.