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Sergio Ramelli, la sinistra insorge contro il francobollo in suo onore

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Basta un francobollo a far impazzire la sinistra. Certo, non è una novità assoluta: si pensi al francobollo in onore di Silvio Berlusconi, probabilmente l'esempio più celebre. E ancora, quello sulla battaglia di El Alamein.

Bene, l'ultimo caso riguarda Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù che fu ammazzato, brutalmente, a 19 anni per la sua militanza politica a destra. Fu aggredito il 13 marzo da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare, legati ad Avanguardia Operaia, il pestaggio fu brutale, inumano, terrificante. Ramelli fu massacrato a colpi di chiave inglese e morì dopo atroci sofferenze più di un mese dopo, il 29 aprile. I responsabili dell'omicidio furono individuato soltanto dopo 10 anni. La morte di Ramelli fu una delle parentesi più atroci, orribili e controverse degli anni di piombo.

Ogni anno, a Milano, Sergio Ramelli viene commemorato dai movimenti di destra. Otto giorni fa, Bruno Vespa a Porta a Porta aveva dedicato 45 minuti della sua puntata proprio al caso Ramelli, ammonendo sui pericoli che derivano dagli scontri di piazza: l'accostamento era con le recenti proteste studentesche contro le politiche del governo Meloni.

 

Il francobollo in onore di Ramelli verrà emesso in occasione dei 50 anni dalla sua scomparsa, così come riportato sul programma di emissione di carte e valori postali del ministero delle Imprese, aggiornato lo scorso 25 novembre. L'uscita è dunque prevista per il 29 aprile del 2025.

La notizia, ossia un francobollo in memoria di un ragazzo massacrato e ucciso a colpi di chiave inglese, come detto ha fatto sorgere le sinistre. In primis una lunga articolessa sul sito di Repubblica, che parla di "un caso", per poi elencare le precedenti emissioni che la galassia progressista bolla come inaccettabili, quasi eversive. Dunque ecco piovere il commento dell'immancabile Gianfranco Pagliaruolo, presidente dell'Anpi, che parla di "pacificazione postale, il cui senso politico è chiarissimo".

Ma non è tutto. Tra i prossimi francobolli che verranno varati, ecco anche quelli in onore di Maria Lisa Cinciari Roadno e di Marilena Grill, rispettivamente una partigiana e un'ausiliaria della Repubblica di Salò che, subito dopo la Liberazione, venne uccisa per vendetta dai partigiani. Giulia Rodano, figlia di Maria Lisa, afferma: "Sono veramente dispiaciuta e indignata, anche a nome della famiglia, che si siano usati il nome e la memoria di mia madre, Marisa Rodano, per l’ennesimo tentativo di riscrittura della storia da parte della destra di mettere sullo stesso piano chi combatté il fascismo e il nazismo e chi, invece, quella scelta non fece. Di un ricordo così, mia madre avrebbe fatto certamente a meno".

E ancora, il senatore Pd, Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, uno dei più attivi nella battaglia contro quelli che chiamano 'francobolli revisionisti'. "Questo cerchiobottismo filatelico, cioè un francobollo per una partigiana e uno per una repubblichina, uno per la Liberazione dal nazifascismo e uno per Ramelli, è pretestuoso e grave. Alle mie richieste di ritirare dalla circolazione i francobolli di personaggi come Pantaleoni e Foschi, Urso ha fatto orecchie da mercante", conclude Parrini. Già, basta un francobollo per far impazzire i progressisti. Per stanarli: secondo loro è vietato onorare la memoria di chi, come Sergio Ramelli, fu vittima di un effereto omicidio politico.

 

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