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Chi sogna la crisi dorma tranquillo

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La sinistra è talmente alla frutta da immaginare che il governo Meloni possa andare in crisi sul canone Rai. Ora, le vie del Signore sono infinite, ma non è il cavallo di viale Mazzini quello che disarcionerà Meloni. Tanto meno il Risiko bancario. Ieri a Roma, in un dibattito organizzato da Libero sul futuro dell’Europa con Matteo Salvini e Gilberto Pichetto Fratin, ho avuto la conferma che siamo nella normale dimensione del confronto politico, a volte anche aspro, ma mai sul filo della rottura. Provo a mettere in fila un paio di elementi di realtà.

Primo. Questa maggioranza governa da oltre due anni, una stabilità unica tra le grandi nazioni, una gestione prudente dei conti pubblici, l’apprezzamento dei mercati.

Secondo. La formula del Centrodestra è collaudata, si cementa intorno a un leader-federatore. Ieri fu Silvio Berlusconi oggi è Giorgia Meloni. Né Forza Italia né la Lega hanno l’intenzione di rompere l’alleanza, perché funziona anche nei momenti di stasi e offre un’affidabilità sconosciuta al Centrosinistra. Provate a immaginare Giuseppe Conte e Elly Schlein a Palazzo Chigi, sarebbe una sciagura, le agenzie di rating ci avrebbero già spedito all’inferno, l’alleanza atlantica ci avrebbe espulso per intelligenza con il nemico, il bilancio dello Stato sarebbe stato manomesso da una politica “tassa e spendi” senza limiti (...)

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