Meloni e Salvini criminalizzati per aver detto la verità
Ormai è un format fisso (oltre che fesso): basta che Giorgia Meloni, Matteo Salvini o un altro esponente del centrodestra (era successo nei giorni scorsi al ministro Giuseppe Valditara, mentre altre volte è toccato ad Antonio Tajani) dicano una parola, non importa se come in questo caso fondata su dati e cifre, e cinque minuti dopo vengono aggrediti a prescindere. Per carità, anche a destra sono da tutti ben conosciute le regole del gioco (... ) della turbopolitica ipermediatizzata dei nostri anni, in cui può capitare di essere martello oppure di essere incudine. Può succedere l’una o l’al tra cosa. Però nel caso del centrodestra di governo, cioè contro di esso, si registra ormai un sovrappiù di accanimento. Nei giorni pari scatta l’accusa di fascismo, nei giorni dispari quella trumpismo mescolato al muskismo (...)
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