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Dl Flussi torna in Commissione e le opposizioni abbandonano i lavori: "Troppa confusione"

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Il dl Flussi torna in commissione, apriti cielo. Durante l'esame del decreto alla Camera, dalla maggioranza è arrivata la richiesta di un rinvio in commissione del testo. A chiederla, alla chiusura della discussione generale, è stato il presidente degli Affari Costituzionali, Nazario Pagano. L'esponente di Forza Italia ha spiegato così: "Con riferimento al testo licenziato dalla Commissione purtroppo è emersa l'esigenza di adeguare la disposizione transitoria, di cui all'articolo 19, alla luce delle modifiche introdotte in sede referente al capo quarto del testo medesimo. Pertanto chiedo un rinvio del provvedimento in Commissione a esclusivo fine di modificare il testo nei termini dell'emendamento Urzi' 19.100 presentato in Assemblea sul quale il Comitato dei nove ha già espresso parere favorevole in modo da riprendere il provvedimento in Assemblea qui dopo due ore dal rinvio". Un rinvio "tecnico", quello del testo che ogni anno prevede il numero di cittadini stranieri che possono fare ingresso in Italia per svolgere attività di lavoro, che porta a un rinvio dell'apposizione della fiducia che era attesa intorno alle 15. 

Quanto basta a scatenare l'opposizione che ha ben pensato di lasciare la commissione per protesta. "Con il rinvio immediato in commissione del Dl flussi per votare l'ennesimo emendamento della relatrice presentato pure fuori il tempo massimo vengono calpestati i diritti e le prerogative dei deputati ai quali non viene garantita la possibilità di essere presenti nella giornata odierna - dichiarano Filiberto Zaratti, Simona Bonafè, Alfonso Colucci, Fabrizio Benzoni, Riccardo Magi, rispettivamente capigruppo di Avs, Pd, M5s, Azione e Più Europa nella commissione Affari costituzionali della Camera -. Tutto ciò è inaccettabile. Il tutto per emendare un emendamento della relatrice la quale peraltro copia un emendamento di FdI. L'ennesimo pasticcio della maggioranza su questo doppio decreto. Se non saranno ripristinate le minime condizioni democratiche non parteciperemo ai lavori della commissione prevista per oggi e solleveremo il problema davanti a presidente della Camera". 

 

 

Per Magi "maggioranza e governo sono in confusione e la loro confusione si riflette nelle norme raffazzonate che approvano, salvo poi cercare di uscirne comprimendo le funzioni parlamentari. Pretendono di avere un canale normativo sempre aperto sull'immigrazione e sbagliano. Non è possibile continuare a lavorare così, non ci sono le condizioni e abbandoniamo lavori in commissione". 

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