Todde: "Aggrediti dai collettivi di sinistra". La vergogna alla Sapienza contro i giovani di Fratelli d'Italia
Una nuova denuncia di una aggressione "politica", una conferma del clima odio che si respira tra i giovani, dentro le Università come fuori, nelle piazze. La denuncia arriva da Francesco Todde, presidente di Gioventù Nazionale, l'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia.
"Questo pomeriggio, durante lo svolgimento delle elezioni universitarie presso l'Università La Sapienza di Roma, i ragazzi di Azione Universitaria sono stati vittime di una vile aggressione da parte di gruppi di collettivi di sinistra - ricostruisce Todde -. Gli aggressori, composti per la maggior parte da non studenti dell'ateneo, hanno deliberatamente provocato i nostri ragazzi sia verbalmente che fisicamente".
"Questi atti di violenza e intimidazione - prosegue il presidente di Gioventù Nazionale - sono inaccettabili e rappresentano un grave attacco non solo alla libertà di espressione e di partecipazione democratica, ma anche alla serenità della vita accademica. Non è tollerabile che un'università, luogo per eccellenza di confronto e dialogo civile, venga trasformata in un teatro di aggressioni e sopraffazioni".
Purtroppo, la Sapienza di Roma non è nuova a episodi di intolleranza di questo genere, così come le università in genere. Nelle ultime settimane, da Bologna a Torino, i collettivi di sinistra affiancati nella loro "lotta" dai centri sociali e dalle organizzazioni pro-Pal, hanno messo a ferro e fuoco le piazze italiane a cominciare dal No Meloni Day, con intimidazioni nei confronti dei ministri dell'Istruzione Giuseppe Valditara, dell'Università Anna Maria Bernini e della premier Giorgia Meloni, con tanto di fantocci bruciati e foto sporcate con impronte insanguinate.
Lo scorso aprile, proprio a La Sapienza, si erano verificati dei violentissimi scontri con studenti e pro-Pal che avevano assalito le forze dell'ordine nel tentativo di fare irruzione nella sede del Rettorato. Poche ore prima, era stato impedito l'intervento durante un incontro pubblico all'allora direttore di Repubblica Maurizio Molinari, letteralmente cacciato dall'Università in quanto "sionista". Stessa sorte, una settimana prima, per il conduttore di La7 David Parenzo.