Giorgia Meloni, le cifre che smentiscono la sinistra su immigrati e violenze
«Becera propaganda razzista e misogina». «Imbarazzante difesa d’ufficio». E ancora: «Parole gravissime». L’opposizione attacca Giorgia Meloni, colpevole di aver preso le difese di Giuseppe Valditara. Il caso riguarda le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione lunedì quando, intervenendo alla presentazione alla Camera della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, la 21enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta un anno fa, aveva bollato come «ideologica» la visione che vede nei femminicidi un retaggio del patriarcato.
Da Rio de Janeiro, dove si trova per partecipare al G20 a guida brasiliana, il premier difende Valditara dalle polemiche e dagli attacchi della sinistra. Rispondendo alla domanda dei cronisti sulle parole del ministro, Meloni ha detto che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche all’immigrazione illegale.
Il premier ha poi ribadito che l’impegno da parte del governo è massimo e punta a contrastare alla radice la violenza di genere, intervenendo dunque a monte, sulle cause del fenomeno, tra le quali rientra anche il milieu, l’ambiente sociale, questo sì patriarcale, diffuso nei Paesi di provenienza degli immigrati. Basta qualche dato a dare sostegno alla tesi del premier. L’anno scorso, quasi la metà delle denunce per violenze sessuali in Italia (2.524 su un totale di 5.832) sono state a carico di stranieri, nonostante il fatto che la popolazione straniera residente sia solo l’8,7%. Ancora: su 33 casi di induzione o costrizione al matrimonio, ben 25 sono stati commessi da stranieri. I quali hanno commesso pure 44 omicidi volontari su un totale di 160.
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Ma per la sinistra queste sono evidentemente tutte fumisterie ideologiche, e per di più dai connotati razzisti. Tant’è che dall’oppposizione si è levato un coro di sdegno nei confronti delle dichiarazioni del premier. «Il patriarcato non esiste solo agli occhi di ha il privilegio di non vederlo. Strumentalizzare anche questo tema non sta portando le soluzioni che servono» ha attaccato la segretaria del Pd, Elly Schlein.
«Meloni ha scelto di difendere l’indifendibile ministro Valditara» ha detto la senatrice del Pd, Valeria Valente, che ritiene «l’equazione violenza donne uguale migranti» «non supportata da dati». «Serve solo a soffiare sulle paure per sostenere le aberranti politiche del governo contro i migranti» ha attaccato Valenza. «Considerazioni come queste» ha concluso «rischiano di farci arretrare nella battaglia per rendere le donne libere dalla violenza».
Per la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella «è gravissimo che la presidente Meloni si arrampichi sugli specchi per giustificare le incredibili uscite sui femminicidi, patriarcato e migrazione del ministro Valditara». «Come piace dire a lei, come donna e madre» ha detto la deputata «ci saremmo aspettate un contributo più “alto” e qualificante sulla piaga della violenza maschile, mentre chiaramente ha scelto le ragioni della difesa d’ufficio di un ministro indifendibile». Secondo la deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Ascari, le parole di Meloni e Valditara «sono un’offesa alla memoria di Giulia e a tutte le donne vittime di violenza». «Affermare che la lotta contro il patriarcato sia una ideologia e che la responsabilità delle violenze sulle donne ricada sugli immigrati irregolari» ha aggiunto, «significa non conoscere nulla del fenomeno della violenza di genere».
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«Se non è ignoranza, allora è becera propaganda razzista e misogina sulla pelle delle donne e di una ragazza ammazzata. In entrambi i casi è vergognoso» ha concluso la deputata M5s. Questo mentre, in un’intervista al Corriere della Sera, il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha dichiarato: «Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi». Il portavoce di Avs, Nicola Fratoianni, attacca invece frontalmente Valditara, definendo le sue parole «abbastanza luride». Il ministro, ha detto «ha dimostrato una volta di più di che pasta è fatto. Politicamente e umanamente inadeguato».
A dare ragione a Valditara è stato anche Matteo Salvini. «Per evidenziare la realtà, che soprattutto le violenze sessuali sono aumentate in corrispondenza al fenomeno migratorio, basta andare in Questura e vederlo» ha dichiarato il vicepremier, sottolineando che «i numeri dell’Istat mettono in correlazione il fenomeno migratorio con l’aumento dei reati sessuali». Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha ricordato che le misure di contrasto alla violenza sulle donne sono state «oggetto di approfondimento» nel corso della riunione di ieri sera a Palazzo Chigi. «Il cambiamento deve essere prima di tutto culturale» ha detto il ministro, «non basta inasprire le pene o ampliare i poteri delle autorità se non interveniamo alla radice del problema: la cultura del rispetto».
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