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Autonomia, Calderoli ferma la mozione delle opposizioni. Pd e 5S impazziscono in Aula

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Dopo il verdetto della Consulta che sottolinea la costituzionalità della norma e invita a correttivi in Aula, si accende lo scontro sull'Autonomia. Infatti il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha espresso nell’Aula della Camera parere negativo sulla mozione unitaria presentata dalle opposizioni sul disegno di legge per l’Autonomia differenziata. Il documento chiede al governo di interrompere le intese in fase di negoziazione con le Regioni sulle ’materie non Lep’ e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep). Il ministro ha poi assicurato che è sua intenzione "non procedere a nuovi tavoli negoziali sino al deposito della sentenza" della Corte costituzionale. 

Lo stesso ministro ha spiegato le motivazioni del suo "stop" in modo piuttosto chiaro: "A prescindere dalle modalità di determinazione dei Lep, che dovranno naturalmente essere valutate alla luce della sentenza della Corte costituzionale, il lavoro che il Clep ha finora svolto ed è chiamato a svolgere fino al 31 dicembre sulla base della normativa vigente e degli atti istitutivi non potrà che rivelarsi prezioso in tale percorso. La Corte ha più volte sollecitato al legislatore la determinazione dei Lep e, sulla base di quanto emerge dal comunicato, non chiede adesso di arrestare il processo di determinazione dei Lep, ma di meglio definire i contorni della delega".

Ma la sinistra già è sul piede di guerra e in Aula va in scena anche lo scontro con Francesco Boccia del Pd: "Farò tesoro degli indirizzi della sentenza e poi le opposizioni mi auguro taceranno per sempre, ha detto il ministro Calderoli, dopo la decisione della Corte costituzionale di riscrivere il testo sull’Autonomia che ha portato via 73 sedute di commissione Affari costituzionali e sei sedute d’aula per 17 ore in cui abbiamo sottolineato gli evidenti profili di incostituzionalità di una serie di parti". E appellandosi ai presidenti dei gruppi di maggioranza ha notato:"In politica esiste un linguaggio istituzionale e anche civile. Di fronte ai rilievi della Corte Costituzionale è compito di tutte le forze politiche dire ’riapriamo il confronto e facciamo sì che le norme siano coerenti con la Costituzione'. Le parole di Calderoli hanno dimostrato disprezzo dell’alfabeto istituzionale e civile".

"Imparzialità, preferenza dell’interesse pubblico, rispetto per le tesi di chi non la pensa come la maggioranza" questa è la sollecitazione in Aula del senatore Pd. "Alimentare l’insofferenza verso le regole ci preoccupa sempre di più", ha proseguito Boccia chiedendo che la premier, Giorgia Meloni, "venga a riferire sulle parole di Calderoli". E in Aula si sono sentite le parole anche le parole di Giuseppe Conte: "Vi chiediamo di fermarvi in questo progetto sciagurato. Com’è possibile vi siate così incaponiti su questo progetto? - aggiunge -. Un disegno che la Consulta ha demolito completamente. Ma sembra che voi stiate facendo finta di nulla, stiate fischiettando. Tutti i pilastri della legge sono stati demoliti uno dopo l’altro dalla Consulta". Insomma lo scontro resta aperto. E la sinistra sbraita.

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