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Emilia Romagna e Umbria, la sinistra vince? Arroganza e sparate: "No agli sputi", "Si fa la storia"

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Gli ultimi verdetti del 2024 sono tutti a favore del centrosinistra: in Emilia Romagna e Umbria vincono i progressisti. Nella roccaforte rossa Michele De Pascale vince per distacco, col 56% delle preferenze rispetto al 40% incassato da Elena Ugolini. In Umbria, Donatella Tesei non riesce a strappare il bis: si impone Stefania Proietti con il 51% contro il 45 per cento. Due vittorie nette, una delle quali ampiamente prevista e scontata. Due vittorie che arrivano dopo il ko a sorpresa del centrosinistra in Liguria, dove nel recente appuntamento elettorale si è imposto Marco Bucci, nonostante le inchieste, nonostante la spallata dei giudici contro Giovanni Toti e nonostante Andrea Orlando, candidato di peso, almeno sulla carta.

Per il governo e le forze di maggioranza cambia poco e nulla. Di fatto, dato per scontato il fatto che l'Emilia Romagna resti rossa, è un pareggio: 1-1, Liguria a destra e Umbria a sinistra. Eppure, nel fronte progressista, i toni utilizzati per commentare il risultato di oggi sono ipertrofici, esagerati. Si parla di "impresa", oppure di "vittoria storica". Ma a colpire, in particolare, è come il voto venga usato contro il governo. E non tanto per le dichiarazioni di rito, quelle sul "vento che sta cambiando", quelle sull'"uniti si vince" e via discorrendo. Il punto è che una vittoria viene usata, subito, per attacchi violenti, rancorosi. Già, quella violenza verbale che viene imputata spesso e volentieri alle forze di maggioranza. Ma la realtà dei fatti è differente.

Si parta però da quanto detto da Giorgia Meloni, che impegnata al G20 di Rio de Janeiro ha subito rivolto i suoi auguri e complimenti ai vincitori del fronte avversario. "Devo rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti della Regione Umbria, Stefania Proietti, e della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale", ha premesso sui social, "Al di là delle differenze politiche auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità", ha aggiunto Meloni, concludendo con un ringraziamento ai candidati del centrodestra per il loro impegno.

 

Di altro tenore le dichiarazioni di de Pascale, neo-governatore in Emilia Romagna, che dopo le frasi di rito si è rivolto direttamente al premier: "Chiedo alla premier Meloni un cambio di passo, basta speculazioni, sono pronto a fare il commissario per la ricostruzione". Il riferimento è alle polemiche sull'alluvione, polemiche però cavalcate in modo violento anche da sinistra. Insomma, subito un attacco frontale.

Quindi Elly Schlein, la segretaria Pd, che esulta in modo quasi scomposto. Come se avesse vinto le politiche, o quasi. Lo fa tentando di rilanciare il campo largo, progetto mai nato, anzi epicentro di polemiche, tensioni, rotture. Secondo Schlein, la vittoria di De Pascale "è la vittoria della coesione di una squadra e di una coalizione, e anche dell'unità e della coesione del Partito democratico". Dunque si è detta "quasi commossa", ha parlato di "vittoria emozionante". Quindi il grillino Giuseppe Conte, che riferendosi al risultato della Proietti in Umbria ha parlato di "vittoria strepitosa, le promesse last minute del centrodestra non hanno ingannato gli umbri. Nessun dubbio fossi tu la candidata migliore". E anche il pentastellato ha rilanciato, di fatto, l'accozzaglia a sinistra in chiave anti-governativa: "Tenuto conto che ogni territorio e ogni elezione è un discorso a parte, in questo caso abbiamo dimostrato che nonostante l'appoggio del governo e nonostante la posizione di vantaggio da cui partivano, il centrodestra si può battere con un progetto credibile e concreto", ha affermato. Forse più una speranza che una convinzione. 

 

Quindi le parole proprio di Stefania Proietti, neo-governatrice in Umbria. Anche lei ha scelto il registro dell'attacco. "Ringrazio a uno a uno tutti i partiti che ci hanno sostenuto e ringrazio i leader dei partiti che sono stati con me in piazza: questa è la vittoria di chi non si è fatto sopraffare dall'arroganza verbale, da metodi scorretti, da chi sputa in faccia ai cittadini. La nostra è una vittoria uniforme, e noi saremo amministrazione regionale di tutti i comuni". Il riferimento era a Stefano Bandecchi, ma colpisce come anche nel momento della vittoria si scelga la sfida, piuttosto che rivendicare il buon risultato. 

Ma non solo. Un altro episodio emblematico. Parlando al suo comitato dopo la vittoria, la Proietti si è rivolta a Meloni affermando: "Devo ringraziare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che si è complimentata con me, quindi con tutti voi". Parole però accolte con numerosi fischi, accolte insomma con disprezzo e livore. Non solo: i presenti hanno anche accennato Bella Ciao. "Si è complimentata con tutti voi - ha rimarcato Proietti, cercando di interrompere la brutta scena - per la vittoria inequivocabile. La nostra è una vittoria che nessuno aveva previsto. Ci vedono arrivare adesso, vedono arrivare i cittadini. È una vittoria netta sia a Perugia sia a Terni", ha concluso. Resta la sostanza: se nomini Meloni, piovono fischi.

Insomma, toni aspri ed esultanze scomposte. Tra queste ultime, per esempio, quella di Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera: "Ha vinto la concretezza, la capacità di ascolto, la solidarietà e l'accoglienza. Ha vinto l'unità delle opposizioni che insieme possono lavorare e costruire un Paese più giusto. Bello il risultato del Pd. Buon lavoro a Proietti e De Pascale", ha scritto su X, buttando tutto nel calderone.

Anche Laura Boldrini, va da sé, sceglie di attaccare il premier: "I risultati dell'Umbria e dell'Emilia Romagna ci riempiono di gioia e sono la dimostrazione non solo che la destra si può battere, ma che non è vero, come racconta Meloni da due anni, che la maggioranza degli italiani è con lei. Dove vince, come in Liguria, vince per il rotto della cuffia. Ma non è solo un buon risultato per la coalizione di centrosinistra, è un ottimo risultato per il Pd che si conferma il principale partito dell'opposizione dal quale non si può prescindere", ha affermato l'ex presidente della Camera. 

E ancora, Elisabetta Piccolotti per Avs, che tratteggia scenari futuribili e improbabili: "La piccola Umbria sta dando un segnale al Paese", assicura elevando la tornata elettorale a livello nazionale.

Immancabile la premiata coppia composta da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che in una nota affermano; "E' fondamentale fare tesoro di questo importante risultato per continuare a costruire un'alleanza solida. Questi esiti dimostrano che la destra può essere sconfitta, non solo a livello regionale ma, lavorando con impegno, anche a livello nazionale. Come Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo raggiunto un risultato importante: entreremo nei governi di queste regioni, confermando che siamo una forza politica che si sta radicando nel Paese. Il lavoro che ci attende, al di là di ogni logica politicista, è quello di costruire un'unità basata su programmi concreti. Una visione che metta al centro la difesa della sanità pubblica, del trasporto pubblico, della scuola e dell'ambiente, in opposizione a una destra che sta demolendo diritti civili e sociali", sparacchiano paventando scenari catastrofici. Menziione d'onore anche per una successiva dichiarazione sempre del verde Bonelli: "Qui in Umbria è stata sconfitta una politica di privatizzazione della sanità, voluta dalla. Questo può far riscattare l'Italia da una destra che sta compromettendo diritti civili, sociali, economici e ambientali", ha ribadito. Insomma, il solito menù della sinsitra: attaccare il nemico, tratteggiare scenari estremi, puntare il dito. Sinceri democratici...

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