Beppe Sala e il no al nucleare? L'obiettivo è prendere il posto di Elly Schlein
Giuseppe Sala ha scritto un trattatello - pubblicato dal Corriere della Sera - per spiegarci come è arrivato alla conclusione che un ritorno al nucleare sarebbe inopportuno. E parliamo dello stesso Sala che qualche tempo fa aveva detto a Barbara Berlusconi - ex vicepresidente del Milan - di non parlare dei progetti per San Siro perché non sufficientemente titolata a discutere del nuovo stadio.
Ora, al di là dell’involontaria comicità del tutto, il punto non sono tanto le argomentazioni del sindaco di Milano, che sostiene che il suo no all’atomo non sia dettato da motivazioni ideologiche. Sala ammette che il nucleare ci aiuterebbe a trovare l’autonomia energetica, ma sostiene che costerebbe troppo rispetto alle rinnovabili e richiederebbe tempi lunghi: «Non meno di 10 anni», per ogni centrale. E prendete nota perché probabilmente sarà la stessa argomentazione che tra dieci anni sentiremo usare dal prossimo sindaco ambientalista che ci spiazzerà con la sentenza: “Bisognava pensarci dieci anni fa al nucleare, ora non ha senso”. Il punto comunque, dicevamo, è la ragione per cui Beppe si espone su un argomento così lontano dal suo orto, esponendosi alle consuete critiche e alla sentenza dell’uomo comune: “Ma pensa a tappare le buche delle strade...”. Più che amor per il verde, infatti, sembra di assistere a grandi manovre politiche.
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L’uscita di Beppe arriva nella stessa settimana in cui Giorgia Meloni alla conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Baku ha parlato di energia e di investimenti in ricerca. Il discorso del premier in realtà era molto articolato, ma a far discutere è stato soprattutto il passaggio sul nucleare, che ovviamente ha fatto scattare il riflesso pavloviano degli ambientalisti nostrani. Scene di panico e isteria. E anche se non tutti se lo ricordano Sala, tra le sue varie peregrinazioni politiche, si è candidato a Milano con una lista ambientalista. Quale occasione migliore per provare a mettersi in mostra?
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Da qualche tempo ne scrivono tutti: il progetto di Sala è quello di creare un’entità di centro che affianchi la cosa rossa di Elly Schlein (di campo largo ormai è meglio non parlare). «C’è uno spazio politico», raccontano a Palazzo Marino senza troppi indugi. E il sindaco centrista si sta buttando a pesce. Il problema è che il Pd lo vede come un tonnetto, federatore della galassia centrista, mentre lui pensa in grande, da squalo. Vorrebbe fare direttamente il candidato del Centrosinistra. Ed ecco il senso delle sue uscite sul nucleare: un messaggio a galassie lontane, quelle di Giuseppe Conte e Angelo Bonelli, per avviare un dialogo. Ovviamente tra i Dem la cosa è accolta con fastidio.
L’uscita di Sala, insomma, è stata letta come una risposta a Giorgia Meloni, un tentativo di contrapporsi da pari a pari, con risultati a dir poco deludenti. Zero agenzie di commento per Beppe, nessuno ha abboccato all’amo. Anche perché la tesi appariva fiacca. Proprio a una delle conferenze Onu sul clima (quella di Dubai, la Cop28 del 2023) è stato raggiunto un accordo per triplicare la produzione di energia nucleare nel mondo. Tra i firmatari, Stati Uniti e Regno Unito e un’altra trentina di Paesi. Mezzo mondo la ritiene un’alternativa sempre valida, mentre Paesi come la Francia ancora ci campano. Solo Sala - ovviamente con tutti i Verdi nostrani sembra avere posizioni così nette sull’argomento.
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La reazione dei social all’intervento è stata altrettanto glaciale. Il primo cittadino parla di grandi temi, dando l’impressione di aver anticipatamente mollato gli ormeggi e di essere concentrato sulla scalata al potere romano. Calcolando che mancano più di due anni alla fine del suo mandato, la cosa sembra comunque inopportuna. Avremo un sindaco che per i prossimi anni penserà ad altro? Forse, ma c’è da chiedersi se qualcuno noterà la differenza.