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Umbria, Donatella Tesei: "Così la sinistra aveva sfasciato la sanità"

Fabio Rubini
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Ci siamo. Dopo settimane di schermaglie, domani mattina anche in Umbria si apriranno i seggi per l’elezione del presidente della Regione. Il centrodestra unito e compatto ha riconfermato la fiducia alla governatrice uscente, Donatella Tesei, protagonista di un mandato, quello giunto al termine, che ha rilanciato l’Umbria sotto tutti i punti di vista. Il suo principale avversario sarà il sindaco di Assisi Stefania Proietti, appoggiata dal cosiddetto campo largo di centrosinistra. L’Umbria, va ricordato, cinque anni fa andò al voto anticipato a causa di un’inchiesta sulla Sanità che portò alle dimissioni dell’allora governatore, del centrosinistra, Catiuscia Marini.

Presidente Tesei, giovedì nel comizio fatto con tutti i leader del centrodestra, lei ha detto: «Quando sono arrivata l’Umbria era in ginocchio, colpita al cuore e con le macerie del terremoto». Esagerazione da campagna elettorale o realtà?
«Realtà pure. Io sono arrivata nel 2019, ma già l’anno prima l’Umbria era scesa nelle valutazioni a “regione in transizione”. Una definizione che si traduce in: immobilismo e mancanza di sviluppo economico».

E le macerie del terremoto?
«Ho dovuto firmare io le ordinanze in deroga per sgomberarle. E tenga presente che il terremoto c’era stato tre anni prima e la ricostruzione non era ancora partita. Da allora sono sempre stata presente alle cabine di regia per la ricostruzione e oggi siamo la regione, tra quelle colpite dal sisma, che è più avanti nelle opere di ripristino, sia pubbliche sia private».

Durante il suo mandato ha lavorato molto anche sulla viabilità della regione. Com’era la situazione al suo insediamento?
«L’Umbria era completamente isolata, chiusa, senza vie di comunicazione veloce. Non c’erano autostrade, non c’era l’alta velocità. Anche in questo caso ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato per rimediare a questa situazione».

Alla fine del suo mandato com’è cambiata la viabilità in Umbria?
«Abbiamo lavorato per la realizzazione di una stazione per l’alta velocità che, a regime, accoglierà dalle 12 alle 14 coppie di treni che collegheranno con l’alta velocità l’Umbria sia al Sud sia al Nord. Poi abbiamo ripreso in mano il progetto del raddoppio della Orte-Falconara che era stato completamente abbandonato, e ammodernato la ferrovia centrale umbra sul cui percorso ci crescevano pure gli alberi, che sarà la ferrovia della Dorsale Umbra, pronta nel 2026. Per quanto riguarda la viabilità stradale stiamo completando con Anas la E45 che al termine dei lavori sarà una superstrada con tutte le caratteristiche di una vera e propria autostrada».

Anche l’aeroporto internazionale di Perugia ha avuto una bella spinta sotto il suo governo, no?
«È l’aeroporto dei record, quello che in percentuale è cresciuto più di tutti per numero di passeggeri in transito. Quest’anno siamo a 532mila. E siamo già pronti per ampliarlo e arrivare così a un milione di passeggeri».

Come avete fatto a fare tutte queste opere?
«Abbiamo approntato progetti credibili e grazie a quelli abbiamo ottenuto risorse. E continueremo a farli: per il futuro di questa regione ci sono già 6 miliardi di investimenti. Anche per questo è importante che il centrodestra continui a governare l’Umbria».

Tutto questo sviluppo ha portato benefici al territorio?
«Assolutamente sì. Innanzitutto nel settore turistico. Grazie soprattutto all’aeroporto abbiamo aumentato del 15% il numero dei turisti rispetto al 2019. Tutti questi investimenti hanno portato l’Umbria fuori dall’isolamento in cui la sinistra l’aveva condannata».

E per le imprese che avete fatto?
«Abbiamo fatto bandi mirati, condivisi con le aziende del territorio. E investito nella formazione per allineare la domanda delle imprese all’offerta formativa. In totale abbiamo investito 250 milioni di euro che per una regione come l’Umbria è tantissimo. E i risultati si sono visti: abbiamo un tasso di occupazione che è di cinque punti percentuali sopra la media nazionale e anche il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso in Umbria».

Presidente Tesei, il tema forte di questa campagna elettorale è la sanità. La sinistra si è scatenata accusandovi di volerla privatizzare a danno dei cittadini umbri. Che risponde?
«Inizierei col ricordare agli elettori umbri che poco prima che diventassi presidente la giunta di centrosinistra era stata travolta dalle inchieste sulla sanità, motivo per il quale era stata commissariata e l’allora assessore era stato arrestato. Oggi la mia sfidante (Stefania Proietti, ndr) gira gli ospedali stracciando il nostro programma...».

Presidente, a proposito di questo, sulla rete si leggono titoli sulla sanità umbra all’epoca del centrosinistra, di questo tenore: “Polemica all’ospedale di Orvieto dopo che per ore due bimbi sono rimasti in corsia”; “Deve fare una colonscopia con urgenza: torni alla fine del 2017” ed era il marzo 2016; “Oltre due anni per un esame a Branca, liste di attesa nel mirino”; “Terni, in ospedale i letti dei pazienti nei corridoi”. Senza dimenticare l’intercettazione (tra l’altro denunciata dai Cinquestelle che oggi stanno col Pd) finita nell’inchiesta dove si diceva: “Per eliminare le liste d’attesa basta staccare i condizionatori”. Tutto questo prima del Covid...
«È la dimostrazione che anche in questo settore siamo ripartiti dalle macerie e stiamo ricostruendo tutto. Durante il Covid, nonostante i danni fatti, siamo stati tra le regioni più virtuose, di quelle che non sono mai andate in affanno con le terapie intensive. Nel post pandemia, poi, abbiamo approntato un opera di ricostruzione con ospedali e case di comunità sul territorio e con la creazione di una rete che collega gli ospedali più piccoli con le due grandi aziende ospedaliere. In questo modo sarà possibile avere medici specialisti che andranno sul territorio a visitare e a operare».

Mi perdoni presidente, le leggo un ultimo titolo dell’epoca: “Sanità in crisi, l’ospedale di Terni continua a perdere i pezzi da novanta”. Oggi com’è la situazione?
«Tra le cose che abbiamo fatto c’è anche il lavoro per far riparire i concorsi fatti in maniera trasparente. Oggi l’80% dei posti da primario è occupato in maniera stabile. Quando siamo arrivati il 50% di quei posti erano occupati da facenti funzione.Questo giusto per farcapire ai cittadini quanto abbiamo “rovinato” la Sanità in Umbria...».

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