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Pierluigi Bersani: "Meloni e i radical-chic? Come i fascisti con Matteotti"

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"Andiamo a leggere cosa dicevano di Matteotti...". Secondo Pier Luigi Bersani, ospite di Lilli Gruber in collegamento con Otto e mezzo su La7, la campagna del centrodestra attuale contro la "sinistra al caviale" e i "radical chic" ricorda molto da vicino quella che i fascisti imbastirono contro il sindacalista e onorevole socialista ucciso nel 1924. Un evento tragico, una pietra angolare nella storia italiana perché furono proprio il suo rapimento e la sua esecuzione a dar vita, di fatto, al regime di Benito Mussolini.

"Io sono il primo a riconoscere che in questa fase qui è quello di recuperare il rapporto con il popolo e con il mondo del lavoro, però non vorrei che si esagerasse - spiega Bersani -. Bucci, in Liguria, ha preso l'88% dei voti a Portofino, non a Sampierdarena. In Romagna, se abbiamo riconquistato tutti i comuni allagati, è perché i nostri amministratori o militanti non erano a mangiare il caviale ma erano a spalare con il badile in stivali".

 

 

 

"Questa cosa dei radical chic è una storia lunga - prosegue l'ex segretario del Pd -. La campagna contro Matteotti, che difendeva i braccianti a costo della pelle, era una campagna contro un radical chic. Questo è un vecchio trucco... Guardiamo quello che vogliono fare, la magistratura, due Csm con numero accresciuto di presenze politiche indicate dal Parlamento e l'elenco di priorità d'indagine fissate dalla maggioranza. Premierato, il premier che tiene al guinzaglio il Parlamento. E con un piccolo giro ci ritroviamo una persona che comanda giustizia e Parlamento".

 

"E poi - prosegue -, carote e babà per i colletti bianchi, via abuso d'ufficio, traffico d'influenze, intercettazioni, condoni, e legnate per chi protesta e per i disgraziati - è il ritratto a tinte foschissime dell'operato del governo -. Galera per il blocco stradale che per come è scritto può voler dire attraversare la strada. Vogliamo parlare della morale di Stato? Gli anti-abortisti nei consultori? Il fine-vita? Il Fisco discriminatorio".

 

 

 

Insomma, conclude Bersani, "stan facendo un Paese così. Io dico che andiamo in crisi economica e sociale sicuramente, e come istituzioni andiamo verso l'Ungheria. La mèta non è il fascismo con i manganelli, mi auguro, la mèta è l'Ungheria".  

Bersani dalla Gruber, guarda qui il video di Otto e mezzo

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