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No Meloni Day, l'accusa della manifestante di Cambiare Rotta: "Dal governo macelleria sociale"

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Centri sociali, sindacalisti, studente visibilmente fuori corso da anni. In poche parole: i soliti comunisti. Al No Meloni Day che da ieri, giovedì 14 novembre, stanno partecipando migliaia di perditempo, le critiche alla manovra si mescolano in un calderone ideologico con la guerra in Medioriente e la lotta al precariato. Immancabili - come sempre - le bandiere della Palestina. Così come quelle rosse, che rimandano all'Unione Sovietica di Stalin. In fondo si tratta di due grandi esempi di democrazia. Ma questo non stupisce.

Sfottò ai poliziotti e ai ministri del governo. Anna Maria Bernini viene raffigurata con le sembianze di un somaro per una ragione che non è ancora molto chiara. Qualcuno grida: "Più aule universitarie al posto di bombe". Altri invece: "Siamo tutti antisionisti". E a questo punto verrebbe da chiederci che cosa insegnino in queste aule universitarie. E perché a ogni manifestazioni si faccia sfoggio di antisemitismo senza vergogna alcuna. Ma tant'è.

Probabilmente basterebbe ascoltare con attenzione le parole di una giovane rappresentante di Cambiare Rotta per capire il lessico democratico di questi giovani comunisti a cui la sinistra perdona sempre tutto. "Il vittimismo vedendo le loro facce sporche di sangue si sono sorpresi davanti a questa immagine, si sono scandalizzati - ha tuonato la giovane -. Ma noi sappiamo che di quel sangue sono responsabili e non vittime. È questo il governo della macelleria sociale, il governo dei tagli al diritto allo studio. E il governo della guerra - ha proseguito -, degli accordi con Israele, della Marina Militare con la Nato. Che cazz*** di governo guerrafondaio che ci troviamo".

 

 

 

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