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Autonomia differenziata, via libera alla riforma Calderoli: ma con correzioni

Brunella Bolloli
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La legge sull’Autonomia differenziata è perfettamente costituzionale nel suo impianto generale quindi il referendum non serve più, ma alcune disposizioni sono «illegittime» e toccherà al Parlamento cambiarle. È questo, in sintesi, il verdetto che arriva dalla Corte costituzionale chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato contro la legge Calderoli da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, quattro regioni governate dal centrosinistra e contrarissime al progetto di autonomia all’opposto di Lombardia, Veneto e Piemonte che l’hanno sempre auspicata. L’esito della Consulta, dopo due giorni di camera di Consiglio, è stato un parziale accoglimento delle istanze sollevate, ma non certo una bocciatura, come invece sostengono i governatori Pd e 5Stelle, di quella che la Lega considera «la madre di tutte le riforme». In attesa, infatti, di leggere il deposito della sentenza, un fatto è certo: il referendum promosso dal centrosinistra contro il governo Meloni è ormai da cestinare e la palla adesso passa al Parlamento che dovrà modificare i passaggi considerati non ricevibili dalla Corte. Dalle parti del Carroccio è tutto ok: «L’Autonomia ha superato l’esame di costituzionalità, ed è un’ottima notizia, i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento. Dopo il parere tecnico sul Ponte sullo Stretto, è un altro passo in avanti decisamente positivo», fanno sapere i leghisti. (...)

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