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Tagadà, Tommaso Foti smaschera i giudici: "Cosa faccio? Butto in aria la monetina?"

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"Io penso che il problema non sia l'antagonismo politica-magistratura. Siamo in un ambito che va definito una volta per tutte. Chi è autorizzato a stabilire quali sono i Paesi sicuri? Lo Stato": Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, lo ha detto nello studio di Tiziana Panella a Tagadà su La7 a proposito della decisione dei giudici di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti in Albania a fronte del recente decreto sui Paesi sicuri, rimettendo così tutto nelle mani della Corte di giustizia europea. 

Foti, poi, ha proseguito facendo un esempio: "Siamo in tre e siamo tre giudici. Lei è il giudice di Brescia e ritiene che l'Egitto è un Paese non sicuro. Io sono il giudice di Piacenza e ritengo che l'Egitto è un Paese sicuro. La dottoressa è un giudice di Catanzaro e dice 'Io cosa faccio? Butto in aria la monetina?'". Parlando del fatto che debba essere lo Stato a stabilire quali siano i Paesi sicuri, l'esponente di FdI ha ricordato che ci sono "dei precedenti. Come voi sapete, l'elenco dei Paesi sicuri non è un'invenzione del governo Meloni, è preesistente. Il singolo giudice è legittimato a dire che, in relazione alle caratteristiche del soggetto, quel Paese sicuro potrebbe rivelarsi non sicuro". 

 

 

 

E infine: "Nel momento in cui si decide che non è lo Stato a stabilire l’elenco dei Paesi sicuri, significa che lo Stato non esiste. Faccio un esempio chiaro: quando un governo di sinistra e verdi, quello tedesco, ha espulso i 22 profughi afghani, qualcuno ha detto che violava il diritto comunitario?".

 

 

 

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