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Meloni e Bernini, manifesti insanguinati? Il silenzio del Pd

Andrea Muzzolon
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Silenzio. È questa la reazione del campo largo intero davanti ai vergognosi manifesti affissi dai collettivi rossi di Bologna che ritraggono i volti del ministro dell’Università Anna Maria Bernini e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni coperti da una mano insanguinata. Un silenzio imbarazzato di chi non vuole scontentare quelle frange più estreme che in un’Emilia Romagna al voto fra pochi giorni giocheranno un ruolo importante per sposare voti verso il centrosinistra. I centri sociali, anarchici e collettivi si sono dati appuntamento per manifestare insieme il giorno dello sciopero nazionale studentesco programmato per questo venerdì.

La giornata di contestazione al governo, intitolata «no Meloni day», avrà come centro nevralgico piazza Verdi a Bologna dove è stato annunciato un concentramento fin dalla matti na. Da tutto il centrodestra si sono levate voci di sdegno per la violenza con cui i “compagni” dell’Università di Bologna hanno voluto esprimere il loro dissenso verso il governo. «Questi manifesti, vili e carichi di odio, sono il risultato di un linguaggio aggressivo con cui le opposizioni cercano di ostacolare il lavoro del governo», attacca Galeazzo Bignami, deputato bolognese di Fratelli d’Italia. «Tutti si devono sentire responsabili per un clima politico infuocato che troppe volte, purtroppo, sfocia in questa ingiustificata violenza» ammonisce il meloniano. Poi l’auspicio: «Con la speranza che tutte le forze politiche condannino fermamente questi atti di intimidazione, rivolgo piena solidarietà al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, bersaglio di queste aggressioni brutali». Il deputato di Forza Italia e sottosegretario al ministero dei Trasporti Tullio Ferrante, oltre che a esprimere vicinanza a Meloni e Bernini, ha sottolineato poi l’assordante silenzio proveniente dalle parti della sinistra parlamentare.

 

 

 

«La sinistra interrompa questo vergognoso silenzio», dice Ferrante, «prenda le distanze dalle frange estremiste e condanni fermamente quanto accaduto, cogliendo l'occasione per iniziare finalmente ad abbassare i toni e riportare il dibattito sul piano del rispetto e del civile confronto». Eppure dal Nazareno ancora nessuno ha alzato la voce per condannare le intimidazioni. Un comportamento che ha stupito anche il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani: «Nessuno ha avuto il coraggio di prendere le distanze, è questo il problema. Vuol dire che in Emilia-Romagna c'è una sinistra che si sposta sempre più a sinistra».

 

 

 

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