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Bologna, se a menare sono i compagni la colpa è della destra che ha la pretesa di dire la sua

Alberto Busacca
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Se la destra mena, è colpa della destra (ovviamente). Ma se a menare è la sinistra, è comunque colpa della destra che ha provocato i compagni. Non solo. Da questi due assiomi ne deriva un terzo: le manifestazioni della destra vanno sempre vietate per evitare che i progressisti, sentendosi provocati, scendano in piazza a loro volta per prendere a calci poliziotti e passanti. Cos’altro potrebbero fare, poverini, per esprimere il loro genuino sentimento democratico?

Ecco, sembra una forzatura ma il pensiero della sinistra è esattamente questo. E da due giorni viene ripetuto come se fosse una posizione razionale e di buon senso. Riassumiamo. Sabato, a Bologna, era in programma una manifestazione di estrema destra, organizzata da CasaPound e Rete dei Patrioti. Manifestazione che si è svolta regolarmente senza incidenti. Tutto bene, quindi?

Eh no, perché prima la sinistra, con Elly Schlein, in testa, ha chiesto di non autorizzare il corteo, e poi sono scesi in piazza i collettivi antifascisti, che, nel tentativo di raggiungere i loro “nemici”, si sono scontrati con le forze dell’ordine, arrivando a picchiare perfino un passante. Bè, viene da pensare, a quel punto sarà arrivata l’unanime condanna della violenza rossa da parte di tutti i partiti...

Eh no (di nuovo), perché per il Partito democratico e i suoi alleati la colpa di tutto è degli estremisti di destra e del governo che ha autorizzato la loro sfilata. In breve, ecco alcune delle surreali dichiarazioni che abbiamo dovuto ascoltare. Matteo Lepore (sindaco di Bologna): «Io credo che sia grave aver permesso a 300 persone vestite con la camicia nera di entrare nella nostra città e di sfilare di fronte alla stazione dove ci fu la strage del 2 agosto. Noi eravamo contrari ed avevamo chiesto che questa cosa non si facesse anche perché avrebbe creato problemi di ordine pubblico e avrebbe messo a rischio l’incolumità di tante persone. E come si è visto ieri, purtroppo, questo è accaduto». 

 

Gianfranco Pagliarulo (Anpi): «La manifestazione dell’estrema destra? Bastava vietarla o dirottarla lontano dalla stazione centrale, luogo della strage neofascista, mentre si è scelta la via della provocazione». Nicola Fratoianni (Avs): «Quello che è avvenuto Bologna poteva benissimo essere evitato e dimostra senza ombra di dubbio che è stato un errore imperdonabile da parte del governo e dei suoi apparati concedere ai fascisti la possibilità di manifestare nella città medaglia d’oro della Resistenza e teatro di orribili stragi neofasciste». Pier Luigi Bersani (ex segretario Pd): «I fascisti davanti alla stazione di Bologna? Una roba da brividi». Andrea De Maria (deputato Pd): «Aver consentito lo svolgimento della manifestazione in piazza XX Settembre, malgrado gli evidenti pericoli per l’ordine pubblico, ha rappresentato una scelta davvero inaccettabile. Presenterò un’interrogazione al ministro dell’Interno». Si potrebbe continuare, ma ci siamo capiti. E rispetto a queste dichiarazioni vanno fatte alcune considerazioni: 

1) CasaPound e la Rete dei Patrioti possono legittimamente non piacere, ma essendo al momento movimenti perfettamente legali (CasaPound si è più volte presentata alle elezioni), i loro attivisti hanno tutto il diritto di fare una manifestazione, ovviamente se autorizzata e non violenta, come di fatto è stata quella di sabato a Bologna. A dirlo non è il governo di centrodestra ma la nostra Costituzione. 

2) Ma perché la manifestazione si sarebbe dovuta svolgere «lontano dalla stazione di Bologna»? Certo, le sentenze hanno stabilito una responsabilità dei terroristi di estrema destra, ma naturalmente nessuno dei condannati era presente al corteo. E non risulta che i membri di CasaPound e della Rete dei Patrioti, che terroristi non sono, abbiano mai esaltato la strage di Bologna (ci mancherebbe altro). E allora perché sarebbe una «provocazione»? Il tentativo è quello di far passare l’idea che esiste un’unica grande destra che parte dalla maggioranza di governo e arriva fino ai terroristi neri. Ma è chiaramente una tesi che non sta in piedi... 

3) Il problema, comunque, non sono CasaPound e la Rete dei Patrioti. La cosa incredibile è che un’opposizione che accusa il governo di fascismo un giorno sì e l’altro pure poi chieda al medesimo governo di vietare delle manifestazioni perché non condivide le idee di chi vuole manifestare. Peggio ancora: si chiede di vietare un corteo per motivi di ordine pubblico non perché si tratti di un corteo violento, ma perché qualcuno (ovviamente di sinistra) potrebbe arrabbiarsi e scendere in piazza a menare le mani (cosa avvenuta Bologna). In questi casi è sempre utile pensare a cosa sarebbe successo a ruoli ribaltati, cioè se qualcuno della maggioranza avesse chiesto di vietare un corteo del Pd per evitare di far arrabbiare l’estrema destra. Immaginate... La realtà, come al solito, è molto più semplice: se a creare problemi di ordine pubblico erano i collettivi antifascisti, al limite la manifestazione da impedire era quella organizzata da loro...

 

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