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Bologna, il prefetto smentisce Matteo Lepore: "Era al corrente di tutto"

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"Il prefetto di Bologna dichiara una cosa non vera". Il sindaco dem Matteo Lepore non ha avuto il minimo dubbio: non è stato lui a dare il via libera alla manifestazione di 9 novembre della Rete dei Patrioti. Ma il prefetto smentisce tutto. La manifestazione era stata regolarmente preavvisata con due mesi di anticipo ed era impossibile vietarne lo svolgimento in assenza di motivi contrastanti. Nel verbale del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, letto tra gli altri dal sindaco Lepore, si sosteneva che la manifestazione si sarebbe dovuta svolgere "al di fuori del centro storico". Come, per esempio, nella zona di piazza della Pace a Bologna.

"La polizia ha immediatamente avviato la predetta attività di mediazione con gli organizzatori ottenendo sia la riduzione del percorso che della durata della manifestazione e l’impegno a non raggiungere piazza XX Settembre - ha spiegato il prefetto in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera -, cosa che in effetti è avvenuta essendosi conclusa in via Gramsci. Di tale situazione - ha proseguito il prefetto - il Comune era perfettamente a conoscenza già il giorno seguente al Comitato, ho avuto contestualmente modo di rassicurare circa una gestione organizzata e meticolosa dei servizi di prevenzione da parte delle forze di polizia".

 

 

Dal Viminale, come precisato dallo stesso prefetto, non è arrivata alcuna "indicazione in ordine allo svolgimento dell’evento o alle modalità di gestione da parte del ministero dell’Interno o da chiunque altro. È ben noto che ogni valutazione in materia rientra tra le prerogative esclusive dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza". Così come sono false le accuse ai poliziotti che avrebbero seguito le indicazioni di un militante di Casapound riguardo a come posizionare gli scudi durante il corteo. "Le interlocuzioni avvenute tra i funzionari della Questura e i promotori - ha precisato il prefetto - rientrano nel normale dialogo che nel corso di ogni manifestazione avviene al fine di garantirne l’ordinato e pacifico svolgimento".

Gli incidenti sono stati causati dalle contromanifestazioni non autorizzate di antagonisti e anarchici. E in quel corteo c'era anche una rappresentante delle istituzioni locali, la vicesindaca di Bologna Emily Clancy. "Spiace che il sindaco abbia detto che il Comitato aveva disposto un divieto agli organizzatori e che il Viminale ce lo abbia fatto cancellare - ha dichiarato il questore -. Sono ricostruzioni infondate che hanno trascinato la Prefettura di Bologna e le forze di polizia in una polemica del tutto infondata. In ogni caso, per spirito di collaborazione istituzionale, siamo comunque sempre a disposizione per lavorare insieme nell’interesse della collettività. Quanto alle frequentazioni della vicesindaca Clancy preferisco evitare giudizi".

 

 

 

 

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