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Bologna, Stefano Bonaccini la spara: "Il governo si scusi con la città"

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A sinistra è cominciata una nuova competizione: spararla grossa su quanto accaduto a Bologna sabato scorso con i poliziotti presi a botte dagli antifascisti. Come è noto il sindaco Lepore ha attaccato il governo affermando che l'esecutivo ha mandato "300 camice nere". Il tutto dopo che Schlein, la settimana scorsa aveva  evocato anche "l'olio di ricino" e le "purghe".

Inutile ricordare qui le risposte del ministro Piantedosi e quelle del premier Giorgia Meloni che hanno messo a tacere lo sbraitare della sinistra che, va sempre ricordato, davanti ad agenti feriti è rimasta muta senza una messaggio di solidarietà o di vicinanza a chi è finito sotto la furia antagonista. 

 

 

Ma è l'ex governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ribalta la realtà e ora, addirittura, pretende le scuse da parte del governo: "Autorizzare quella manifestazione in centro a Bologna, tanto più di sabato, significa aver trascurato sia l’ordine pubblico e la sicurezza, sia il rispetto che si deve a una città medaglia d’oro della Resistenza e vittima della brutale strage neofascista del 2 agosto della stazione di Bologna - afferma in una intervista al Corriere della Sera -. Ciò detto, io non giustifico proprio nulla, perché qualsiasi forma di violenza politica va sempre condannata con fermezza: fui ad esempio tra i primi a condannare duramente sedicenti studenti di sinistra quando appesero il manichino di Meloni a testa in giù, a Bologna. Resta il fatto che non si è saputo nè prevenire nè gestire quanto è successo. Il governo deve scusarsi coi bolognesi, anziché lanciare proclami autoritari". Insomma siamo davvero davanti a parole senza senso...

 

 

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