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Matteo Lepore, l'affondo di Salvini: "Da lui mi sarei aspettato delle scuse"

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"Dopo i delinquenziali attacchi dei soliti centri sociali agli agenti di Polizia, mi sarei aspettato delle scuse dal sindaco di Bologna. Invece si è inventato '300 camicie nere' mandate dal governo… Direi che il sindaco ha qualche problema... Il mio ministero sta proseguendo il proprio lavoro sui progetti che riguardano lo sviluppo della città, come il Passante, ma sono preoccupato per i bolognesi costretti ad assistere a scene di violenza da parte di teppisti di sinistra. È semplicemente indegno e inaccettabile". Con queste parole Matteo Salvini ha attaccato il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore dopo un suo intervento delirante su presunte milizie fasciste inviate da Palazzo Chigi in Emilia.

Ma non si è fatta attendere la risposta del diretto interessato. "È entrata in questa vicenda una strumentalizzazione politica enorme - ha spiegato Lepore - perché metà del governo è intervenuto su questa questione", dal presidente del Senato alla premier, "nell'immediatezza della manifestazione, senza conoscere cosa era stato fatto e cosa era successo realmente. Per cui sono entrati in piena campagna elettorale".

 

 

Oggi in città "ci sarà la presidente Meloni - ha aggiunto Lepore - e io penso che debba spiegare non solo a noi che cosa è successo in piazza, ma deve spiegare come mai sia stata presa la decisione di organizzare una manifestazione di questo tipo in pieno centro a Bologna e spero anche che parli di altro, che venga a dirci dei fondi dell'alluvione, delle risorse per la sanità, per le forze dell'ordine. Ci sono tante cose che la politica di Roma deve dire a Bologna. Non basta venire a dire come dice Salvini 'zecche rosse' o che bisogna fare meno confusione nelle manifestazioni. Ogni manifestazione quando ha degli atti violenti - ha concluso - deve essere sempre censurata".

 

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