Giorgia Meloni gela Landini a Palazzo Chigi: "In passato soldi alle banche, nessuno invocava una rivolta"
In passato il governo ha trovato soldi per le banche, "e nessuno invocava una rivolta". Giorgia Meloni, nel suo intervento introduttivo in occasione dell'incontro a Palazzo Chigi con le sigle sindacali, chiama direttamente in causa Maurizio Landini, il segretario della Cgil che ha organizzato insieme alla Uil lo sciopero generale del prossimo 29 novembre per protestare contro la manovra del governo e che nelle ultime ore ha incitato alla "rivolta sociale" contro le politiche dell'esecutivo.
"La solidità, la credibilità e il coraggio di questo governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio. Un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale", è stata la rivendicazione della premier.
Dal faccia a faccia con i sindacati emergono altri passaggi decisamente polemici. Meloni ha sottolineato come la legge di bilancio non sia stata messa a punto dal governo "per il consenso immediato", facendo dunque crollare all'istante le accuse della Cgil. Al contrario, la manovra ha come obiettivo quello di "gettare le basi per la crescita".
"La manovra di bilancio e in continuità con le scelte che il governo ha fatto con le due precedenti leggi finanziarie. Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorita fondamentali, con una visione di medio e lungo periodo, tenendo i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita del Sistema Italia, pur nel contesto internazionale tutt’altro che facile nel quale operiamo. Lo considero un cambio di passo rispetto all’approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si e preferito adottare misure piu utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo".
Quindi una nuova stilettata a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle: "Con le stesse risorse" che andranno per coprire il Superbonus nel 2025, 38 miliardi, "qualsiasi provvedimento di questa legge di Bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato".
"Anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall'Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate", ha quindi aggiunto la premier, ricordando peraltro come "questa manovra prevede un pacchetto consistente di misure, fatto di incentivi economici e interventi volti a favorire la conciliazione vita-lavoro".