Capezzone: "Poi hanno chiamato Bersani, 'dai facci il numero dei fassisti'"
Il post-Bologna, con le due manifestazioni di sabato di CasaPound e degli antagonisti, e Donald Trump: questi sono i due binari sui cui viaggiano i giornali di oggi, come sottolinea Daniele Capezzone nel suo "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi.
"Però attenzione. Quelli di CasaPound hanno rispettato totalmente le regole, manifestazione autorizzata, tranquilla, addirittura più breve del previsto, niente casini - sottolinea il direttore editoriale di Libero -. Gli altri hanno cercato di sfondare il cordone di polizia per andare a menare i 'fascisti'. Peraltro tutto questo avveniva con Elly Schlein in città che non ha detto mezza parola".
"Ieri poi la cosa è stata aggravata dalle dichiarazioni sconsiderate del sindaco di Bologna Lepore, del Pd, che l'ha buttata in vacca accusando il governo di aver mandato in città 300 camicie nere". Sul Corriere della Sera interviene Ignazio La Russa. "E poi c'è un grande classico: 'chiamate Bersani'. Sempre più simile al comunista Maurizio Ferrini di Quelli della notte, 'Bersani venga. Ci faccia quella dei fascisti'. E lui timbra il cartellino sulla Stampa, 'i fassisti!'. Ecco, la scena è questa".
Capitolo Trump. "Il Washington Post dà conto di un contatto con Putin per chiedere al presidente russo di non inasprire le ostilità in Ucraina in questa fase (telefonata poi smentita dal Cremlino nella mattinata di lunedì, ndr). Giornata difficile per chi a sinistra ma anche a destra cerca di dipingere una caricatura putinista del presidente americano. Le cose sono sempre più complesse, Trump cercherà di salvare l'Ucraina, poi che ci riesca è un altro paio di maniche".
Indiscrezioni sulla squadra trumpiana: "Fuori Pompeo e la Haley, e queste a mio avviso non sono delle buone indiscrezioni". "Notizia che farà diventare pazzi una serie di eco-qualche cosa: Trump che dice di voler far uscire gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi".
E poi c'è "la coda lunga degli eurolirici, lo possiamo chiamare il Comitato Vittime di Trump - conclude sarcastico Capezzone -. Oggi Zagrebelsky, Polito, Alan Friedman, Penati e Pier Carlo Padoan, più tutto il Foglio che piange".