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Meloni e Bernini, quel sangue sulla faccia di due donne

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Qui siamo da sempre e senza eccezioni per la libertà di parola. Free speech assoluto, quasi assumendo come forma mentale l’interpretazione più larga del Primo Emendamento alla Costituzione Usa: libertà d’espressione sempre e comunque, anche (direi soprattutto) a favore di chi la pensa all’opposto.

Quindi, da queste parti, non leggerete mai invocazioni pro censura o pro bavaglio verso chicchessia. Anzi, forse con eccesso di ottimismo, continuo personalmente a pensare che i nemici della libertà sia meglio farli parlare: più aprono bocca e più fanno autogol; più esagerano e più creano nelle persone comuni gli anticorpi utili a contrastare le loro bestialità.

Ciò detto, però, alcune domande è impossibile non farsele vedendo il manifesto (ce l’avete sotto gli occhi, amici lettori) che i fenomeni di Cambiare Rotta hanno fatto circolare in vista di quello che chiamano il “No Meloni Day - Sciopero nazionale studentesco”, programmato per il prossimo 15 novembre, cioè venerdì della settimana che comincia. Si vedono, sopra la convocazione anti -governativa, Giorgia Meloni e Anna Maria Bernini con il volto coperto dal segno di una mano insanguinata o comunque da inequivocabili tracce rosso-sangue. Dimenticate per un momento che si tratta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Università (...)

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