Imu, patrimoniale e no al contante: una valanga di nuove tasse firmate 5 stelle
Mentre lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte va avanti, il Movimento 5 Stelle del futuro inizia a prendere forma. Il tema al centro riguarda il ruolo del garante, ora ricoperto dal comico, che potrebbe venire ridimensionato. Ma il report realizzato dai 300 esperti, che delinea i dodici temi che saranno affrontati dalla Costituente di fine novembre, contiene pure il programma economico del M5s.
Seppure ancora piuttosto vago, il testo contiene diverse proposte che vanno nella direzione di moralizzare tutti: famiglie, imprese, banche. Ovviamente il tutto accompagnato da un aumento delle tasse (su tutte, la patrimoniale) e dall’introduzione di diversi redditi (sì, c’è pure il “reddito di studio”). Andiamo con ordine. Sul fronte delle tasse, i 300 saggi del M5s sono arrivati alla conclusione che il fisco debba essere «più equo». E per contrastare l’evasione, propongono: pene detentive per i grandi evasori; esproprio delle aziende accusate di evasione fiscale; «multe simboliche per i clienti che non chiedono lo scontrino». E poi: abolizione dell’uso del contante (o soglia a 1000 euro) e obbligo di compilazione del modello 730 per tutti i maggiorenni (anche se non lavorano).
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Il bello però viene nel capitolo “proposte di nuove tasse”. Perché il M5s vuole «introdurre su base annuale una tassa sugli extraprofitti (non definiti, ndr) di grandi aziende e banche, comprese le entrate da speculazioni finanziarie, commercio di armi, piattaforme digitali e di e-commerce».
Non solo. Si punta poi a introdurre «una tassa sulla patrimoniale» (qualunque cosa voglia dire). E, attenzione, reintrodurre l’Imu sulla prima casa (con possibilità di detrarla dall’Irpef, con la conseguenza che chi ha un reddito basso rischia di rimetterci). Ci sono poi le “proposte di sostegno”: reddito minimo per le partite Iva e diminuzione dell’Iva sui beni di prima necessità. Ma sono le banche il vero bersaglio. E qui le sanzioni come gli incentivi servono a spingere gli istituti a sovvenzionare «investimenti responsabili e sostenibili».
Lo stesso approccio caratterizza la politica industriale, esclusivamente incentrata sulla transizione ecologica. Innanzitutto, l’M5s propone di eliminare i sussidi ambientalmente dannosi, come le accise ridotte sul diesel: il che vuol dire aumentare le tasse per 22 miliardi di euro. Si vogliono poi tassare gli extraprofitti delle compagnie energetiche, limitare l’uso della plastica negli imballaggi e introdurre «incentivi e sanzioni» alle imprese, sulla base dell’impatto ambientale delle filiere.
Per quanto riguarda i trasporti, via libera alla «mobilità dolce»: costruire più piste ciclabili, aumentare le zone a traffico limitato nelle città e rendere gratuito («o molto vantaggioso» per anziani e giovani) il trasporto pubblico locale. Ovviamente, si propone di incentivare l’uso delle auto elettriche, aumentando le colonnine di ricarica e rendendo gratuito il parcheggio per i veicoli green nelle aree urbane. E soprattutto sostituire le flotte di autoveicoli di esercito e pubblica amministrazione con macchine elettriche. Sempre in ottica di rendere più etici gli italiani, si propone la creazione di un portale informatico con cui ognuno possa calcolare il suo «impatto ambientale». Nel capitolo dedicato all’economia, invece, si dice testualmente che l’economia italiana deve diventare «innovativa, ecologica e socialmente giusta, mirata a uno sviluppo sostenibile, non necessariamente di crescita». Sul fronte del lavoro, i Cinquestelle vogliono introdurre un salario minimo per stage e tirocini, la settimana lavorativa corta, il salario minimo nazionale, il reddito di base universale e il reddito di cittadinanza. C’è pure un sussidio per gli studenti, battezzato ovviamente “reddito di studio”.
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Infine, la sanità. Oltre alla solita proposta di aumentare la spesa (con quali soldi?), spuntano due misure lisergiche: «Creare un’azienda farmaceutica statale per produrre farmaci essenziali a costi ridotti» e «industrie pubbliche per la produzione di strumentazione medica»; limitare il possesso dei brevetti delle case farmaceutiche a 10 anni (che, inevitabilmente, smetteranno di investire). Eccolo il nuovo mondo dei Cinquestelle.