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Matteo Salvini, l'affondo contro i centri sociali: "Un ritrovo di 'zecche rosse', vanno chiusi"

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Nei pressi della Chiesa di Santa Marina, edificata tra il XIV e XV secolo a Castel Ritaldi, nel Perugino, Matteo Salvini è tornato a chiedere la linea dura contro "zecche rosse, comunisti delinquenti, criminali da centro sociale, non lo so, definiteli come volete voi". Per il vicepremier "quello che abbiamo visto ieri a Bologna e a Milano è qualcosa di indegno, di vergognoso, che non si deve più ripetere". La richiesta del segretario della Lega è quella di "chiudere i centri sociali occupati abusivamente dai comunisti, che sono ritrovi di criminali".

Poco prima lo stesso leader della Lega e numero due del governo Meloni, in un altro punto stampa del suo tour elettorale in Umbria, aveva fatto sapere che oggi stesso, domenica 10 novembre, avrebbe chiesto al ministro Piantedosi di intervenire per "una ricognizione di tutti i centri sociali occupati abusivamente in Italia perché troppo spesso sono covi di delinquenti, per iniziare a sgombrarli uno per uno". Passeggiando all’ombra delle antiche mura del borgo medievale, nel silenzio della spiritualità che appartiene a quei luoghi, Salvini ha fatto la voce grossa dopo la "caccia al poliziotto dei delinquenti rossi a Bologna o la caccia all’ebreo dei delinquenti rossi a Milano".

Ora è il momento di agire, di sigillare i centri sociali: "Questo dobbiamo fare, perché un conto è manifestare, altro conto è prendere a sassate poliziotti o dar la caccia all’ebreo. Nel mio paese, nell’Italia libera e democratica del 2024, queste scene non si possono più vedere". Parole che in pochi minuti, finiscono nel frullatore dei social, commentate innanzi tutto da chi non nasconde l’approvazione per il leghista. I centri sociali "chiudeteli insieme ai giudici comunisti", consiglia Francesco. "Centri sociali: ritrovo di parassiti della società!", aggiunge un altro.

 

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