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L'ultima follia degli eurolirici: fare la guerra a Donald Trump

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Sbagliare è umano, perseverare è eurolirico. Dopo annidi forsennate verticalizzazioni in capo a Bruxelles, a cui sono seguiti per un verso evidenti insuccessi nella gestione centralizzata di qualunque dossier (crisi economico -finanziarie, Grecia, immigrazione, pandemia, guerre), e per altro verso un netto e crescente dissenso anti-Ue da parte dell’opinione pubblica dei singoli paesi europei, i migliori cervelli euroentusiasti ancora insistono: «Ci vuole più Europa», ripetono come una giaculatoria. «Ma non ha funzionato», obiettano gli osservatori rimasti minimamente lucidi. «Ah sì? Non ha funzionato? E allora datecene ancora di più», è la surreale conclusione eurolirica. E siccome la follia non accenna a diminuire in intensità, adesso, dopo il risultato delle elezioni Usa, non solo si insiste con questo assurdo mantra, ma lo si carica addirittura di una valenza ostile nei confronti di Donald Trump. «Ci vuole un anti-Trump», dicono e scrivono in luoghi sospettabili e insospettabili: e intendono che da Bruxelles bisognerebbe avviare una strategia di contrapposizione preventiva - politica e commerciale - verso la nuova amministrazione americana. (...)

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