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Democrazia, che orrore. Così come il popolo che non vota quel che dicono lorsignori

Gianluigi Paragone
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Torna il popolo degli abissi, si ri- prende la scena e lo fa democraticamente. Cioè esercitando il proprio potere. Dopo settimane a sentirci la predica sugli sciamani pronti a rioccupare Capitol Hill, ecco una inaspettata marea americana che compie la rivoluzione che non si aspettavano: far vincere Donal Trump. A furor di popolo. Porca miseria, dopo tutte le star che avevano messo mano al portafogli (oltre un miliardo in poche settimane) e che si erano messe in gioco per far vincere Kamala, la leader non leader costruita nel laboratorio Dem dai clan Obama, Clinton, Pelosi; dopo tutto quel suonare di grancassa sulla candidata donna e nera da contrapporre a quel pericoloso zozzone, riccastro e cafone, circondato da altri riccastri (uno più di tutti al mondo) e da altri “cafoni” (leggere Gianni Riotta) come J.D. Vance che povero è stato davvero e ce l’ha fatta. Dopo tutto questo, che fanno la middle-class, le donne, i latinos? Votano repubblicano.

Alla faccia dei Robert De Niro e dei George Clooney con le loro intemerate sul pericolo fascista. Che ora diventa... pericolo democratico. Che rutta rabbia e rancore, amplificato da quel gran megafono che è X dove possono parlare tutti, senza censura. Che barbarie, quale orrore! È colpa di Musk e del suo social se la gente ha votato The Donald, se ha creduto alle sue ricette basate tutte su “economia e immigrazione”: mica saranno quelle le priorità dell’America, suvvia. Le priorità le indicano i migliori commentatori televisivi, le linee editoriali dei giornali che anche senza l’endorsement si capisce benissimo da che parte tirano: sono mesi e mesi che lo scrivono. Eccola la manipolazione dolce, educata, che si può fare. Se X invece racconta l’altra metà del cielo e non censura nessuno, ecco che torna il pericolo delle fake, la disinformazione russa, e i marziani (con cui notoriamente Musk parla). Quant’è pericolosa la democrazia quando partorisce il risultato che non ti aspetti. Quando il popolo sceglie Trump, come scelse la Brexit e come in Europa sceglie la Meloni o altre forze politiche non care all’establishment. A quel punto la democrazia va messa in qualche modo sotto tutela, va in qualche modo riaddomesticata. Perché mica possiamo esporre il mondo al pericolo con questa gentaglia, improvvidamente collocata nelle sale dei bottoni.

 

 

Ecco, a quel punto bisogna creare un qualcosa di nuovo che conferisca potere ma senza l’impiccio di doversi dare dal popolo l’imprimatur. Trump è stato eletto dal popolo? Trump è il presidente della democratica America? Non va bene, meglio... Meglio fare come l’Europa che il suo potere lo ha costruito senza scomodare i popoli per via referendaria. Leggo Fubini ieri sul Corriere: «L’unico modo che ha l’Unione europea di uscire dall’angolo adesso è scegliere i propri istinti migliori. Lo ha fatto già altre volte, ai punti di svolta nella storia. Dopo la caduta del Muro di Berlino, ha immaginato e realizzato l’euro. Con la crisi finanziaria, è riuscita a far crescere una banca centrale e un’unione bancaria più degne dei loro nomi. Con la pandemia, ha lanciato il primo eurobond con il Recovery Plan da 800 miliardi di euro». Quindi ora è arrivato il tempo di farsi l’esercito. Di spendere per difendere il popolo. Che ovviamente in tutto questo resta spettatore. Mica vogliamo davvero disturbare i manovratori con la democrazia... 

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