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Vincenzo De Luca contro Pd e Schlein: "Riaprite i manicomi"

Brunella Bolloli
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Il corno gli ha portato fortuna, ma il giorno dopo il via libera del consiglio regionale campano al suo possibile terzo mandato, Vincenzo De Luca si fa serio. «Si fanno dibattiti sul mandato, che però significa solo una cosa», esordisce il governatore ormai in guerra con il vertice del Partito democratico, «non interrompere un lavoro che richiede anni, fatica immane, conoscenza dei problemi. C’è la necessità di dare continuità al lavoro. Come si fa a non capire una cosa del genere?». Se lo chiede in maniera retorica ’o sceriffo a cui la segretaria dem Elly Schlein ha chiuso ogni possibilità di riconferma. «Non l’abbiamo fatto per Bonaccini in Emilia Romagna e per Decaro sindaco di Bari, non vedo perché dobbiamo cambiare per De Luca.

Le regole valgono per tutti». E però De Luca martedì si è portato a casa un risultato pieno in consiglio regionale con 7 esponenti dem su 8 schierati con lui contro il diktat del Nazareno. Non è servito. Elly Schlein e i suoi hanno ribadito: «Per noi il il candidato alla Regione Campania sarà un altro». I nomi in ballo, nel campo progressista, sono quelli dell’ex presidente grillino della Camera, Roberto Fico, o dell’ex ministro M5S Sergio Costa. Si vota nel 2025, ma in teoria già entro dicembre bisognerebbe sciogliere il nodo dei candidati per non arrivare impreparati alla campagna elettorale e perché la Campania, finora feudo dell’ex sindaco di Salerno, è un territorio troppo ambito, anche dal centrodestra. Che infatti si scalda. De Luca non vuole mollare e ne fa una questione di responsabilità.

All’inaugurazione di un centro per l’autismo a Bracigliano, il presidente rompe il silenzio. «Ci sono componenti politiche che vivono fuori del mondo, non sanno cos’è una persona in carne e ossa, una famiglia con un problema del genere, se ne fottono». Evita di fare nomi e cognomi, non cita neppure il Pd, ma è chiaro che gli strali sono rivolti a chi a Roma ostacola la sua lunga corsa verso un potere che per lui non deve finire. Con perfidia Luca insiste: «La riforma più urgente da fare in Italia, l’ho già detto più volte, è la riapertura dei manicomi, vista la quantità di squinternati che c’è in giro». E con in mano il suo cornetto rosso portafortuna rimarca l’approvazione, in consiglio regionale, della legge che gli consente il terzo mandato. «Ieri (martedì, ndr), per sfottere un collega, mi è capitato di cacciarlo fuori. E niente meno esce tra le prime notizie, “De Luca tira fuori il cornetto”. Che diamine, bisogna sempre guardarsi intorno».

E mentre i vertici dem campani tacciono, i consiglieri che hanno votato la legge ripetono che si è trattato solo di un passaggio tecnico e che la scelta del candidato sarà frutto di «un ragionamento collegiale con tutte le forze della coalizione». Ma sono pronti a scommettere a il governatore si ricandiderà. A quel punto il centrosinistra si presenterà diviso alle elezioni, con un candidato espressione di Pd-M5S-Avs lo sceriffo a fare il “disturbatore”. 
Il centrodestra ha dunque avere un’autostrada davanti. Specie, a vedere i sondaggi, se venisse schierato l’azzurro Fulvio Martusciello, che infatti dichiara: «De Luca può votare per il terzo, il quarto, il quinto mandato, tanto vinciamo noi». Nella partita generale s’inserisce anche la guida dell’Anci: proprio ieri Martusciello ha ritirato il sostegno al sindaco Pd di Napoli, Gaetano Manfredi. Un altro problema per Schlein.

 

 

 

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