L'America che ci serve è molto diversa dall'Unione europea
Quando la polvere si sarà depositata e le emozioni saranno più controllate, verrà il momento di una riflessione fredda e necessariamente controcorrente rispetto alla presunta “saggezza” spacciata dai troppi commentatori italiani: secondo i quali - sintetizzo - occorrerebbe che la nuova Casa Bianca fosse «in sintonia con l’Ue». E apparentemente – rispondendo all’impronta saremmo tutti tentati di dire di sì: meglio la sintonia che la lite, certo.
Ma poi, pensandoci meglio, l’interrogativo da porre sarebbe tutt’altro. Di quale Ue stiamo parlando? Con chi dovrebbe convergere la nuova presidenza Usa? Quali sarebbero le linee di fondo, le traiettorie, i progetti su cui l’intesa sarebbe auspicabile? Dal punto di vista pro -libertà e pro -Occidente che è proprio di questo giornale, una sintonia non sarebbe certo auspicabile sulla linea di politica estera gestita per anni (in attesa della nuova Commissione) dal catastrofico Josep Borrell, amico dei dittatori, genuflesso verso la Cina, comprensivo verso i “gruppi di resistenza” (i terroristi, nella neo -lingua politicamente corretta, si chiamano così), aggressivo solo verso Israele (...)
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