La candidata devota del poverello di Assisi che straccia il programma del centrodestra
La sinistra comincia a deragliare in Umbria, emerge un estremismo tutto sommato persino inaspettato nella candidata rossa alla presidenza della regione, Stefania Proietti. Due flash – immortalati dal locale Corriere dell’Umbria – rendono abbastanza l’idea di una crisi di nervi in quel campo largo che fu: la Proietti che straccia in piazza, affiancata da Elly Schlein, il programma elettorale del centrodestra; e Matteo Renzi, costretto a rifugiare i suoi appena quattro candidati in una lista civica, ribattezzata “cinica”, dal leader regionale della Lega, Riccardo Augusto Marchetti.
La prima questione è davvero la più grave, perché è come se si volesse togliere diritto di proposta alla coalizione che punta alla conferma di Donatella Tesei alla guida dell’Umbria. Quella scena di fronte ad un ospedale rappresenta più di ogni altra immagine la vocazione estremista di una coalizione settaria. Le tesi opposte vanno fatte a pezzi fisicamente, non dovrebbero nemmeno essere lette dagli elettori.
Di più, lo sguardo della Schlein di fronte a quella sceneggiata probabilmente è perplesso, ma le tocca far finta di niente per restare nella parte di una democratica che non vuole apparire intollerante contro l’avversario. La stessa avventura che corrono i renziani in Umbria è colma di ostacoli.
Una fatica immane per poter presentare agli elettori solo quattro di loro. Dopo la musata in Liguria, senza simbolo né lista, Renzi aveva capito l’antifona mandando un segnale chiaro: «Pronti a correre da soli». Ovviamente, un ultimatum durato qualche ora. Prima ha brigato per entrare in una lista civica con Azione (!), Più Umbria (propaggine territoriale di Più Europa) e persino con socialisti e repubblicani, con i simboli di una vita fa. Sembrava fatta e poi Calenda ha preteso che Italia Viva sloggiasse e hanno infilato i quattro in una lista civica ad hoc. I moderati non accucciati non si devono far vedere, insomma, li trattano come clandestini scesi da un barcone. Bastano quelli in carattere mignon dell’altra lista. Ma è evidente che a provocare scandalo è quella specie di rogo per il programma del centrodestra. Che non a caso e giustamente è insorto.
«Una pessima immagine della politica» scrive sui social Emanuele Prisco, sottosegretario all’Interno e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. «C’è chi bruciava i libri in un passato oscuro per l’umanità», sostiene Prisco, «c’è chi oggi strappa i programmi degli avversari. Cultura figlia dell’oscurantismo dei totalitarismi. Mi stupisce sinceramente vedere la candidata del centrosinistra prestarsi a questo genere di comportamento, che ho sempre pensato non le appartenesse. La peggior espressione della coalizione che la sostiene, che non è d’accordo su niente se non sulla brama di potere».
«Una candidata presidente che strappa il programma elettorale di un avversario politico è uno spettacolo brutto, offensivo e violento» attacca anche il coordinatore umbro di Forza Italia Andrea Romizi, candidato alle regionali. «Un atteggiamento proprio di una politica che punta a demonizzare l’avversario, a screditarlo con qualunque mezzo senza addurre un pensiero o una progettualità» aggiunge anche lui sui social. Fa eco il leghista Marchetti: «Alla “francescana” Proietti è caduta la maschera: quanto accaduto fuori dall’Ospedale della Media Valle del Tevere ha finalmente scoperto il vero volto di una sinistra arrogante e senza rispetto: la Proietti, che si è presentata all’Umbria con parole di pace di San Francesco, ha tradito ogni aspettativa e si è lasciata andare a grida indecorose sotto le finestre dei reparti di Pantalla, addirittura stracciando il programma del Centrodestra».
Chissà sedi qui alla fine della campagna elettorale – si vota il 17 e 18 novembre – la Proietti avrà modo di scusarsi con la presidente Tesei per un gesto inqualificabile. I voti non si prendono così.