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Agenti in hotel in Albania? Poliziotti furiosi col Pd: così la sinistra infanga gli agenti

Tommaso Montesano
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Dall’opposizione insistono: «Perdita di risorse» (Carlo Calenda, Azione); «spreco» (Angelo Bonelli, Avs); «fumo negli occhi» (Alessandra Maiorino, M5S). Tutti contro i fondi stanziati dal ministero dell’Interno per la sistemazione del personale delle Forze dell’ordine destinato ai centri per migranti di Shengjin e Gjader, in Albania. Quasi 9 milioni di euro all’anno per ospitare 295 operatori (80 euro al giorno).

Da capire se queste dichiarazioni riflettono più la storica ostilità di una parte del centrosinistra per le divise o, piuttosto, la tendenza a sostenere sempre e comunque le ragioni dei migranti. «Parlano quelli che hanno sprecato 5 miliardi l’anno, quando governavano, per l’accoglienza dei clandestini...», replica non a caso Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato.

OBIETTIVO DETERRENZA
Il protocollo italo-albanese, parole del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha soprattutto la funzione di fungere da «deterrente nei confronti dei trafficanti» per stroncare le partenze verso l’Italia. L’opposizione si guarda bene dal contestare le somme che il nostro Paese spende quotidianamente per il mantenimento dei centri governativi del circuito dell’accoglienza. Per non parlare del costo dei 19.577 detenuti stranieri (su un totale di 61.862 ristretti) nei penitenziari italiani (dato aggiornato al 30 settembre).

Nel nostro Paese, in questo caso l’aggiornamento è al 15 ottobre scorso, sono complessivamente 139.592 i migranti inseriti nelle varie strutture sul territorio. E per ognuno di loro lo Stato paga. In base al capitolato per l’accoglienza per il 2024, il costo varia sia in base al tipo di struttura, sia in basein virtù dell’economia di scala - alle presenze complessive. Ad esempio: per ogni immigrato inserito nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas, la struttura di primo accesso), l’esborso va dai 40,28 euro giornalieri nei Centri fino a 50 posti ai 27,16 euro - sempre giornalieri - per le strutture fino a 900 letti (il pocket money è incluso). La cifra lievita per i minori non accompagnati: 60 euro a testa. 

E aumenta ulteriormente per gli stranieri richiusi nei Centri per i rimpatri (Cpr, dai quali sono ripartiti verso il Paese d’origine il 16% degli stranieri in più rispetto al 2023 e il 34% in più rispetto al 2022): nei locali fino a 50 posti, il costo è di 88,64 euro a migrante, al giorno; in quelli fino a 150 è di 61,17; in quelli fino a 300 è di 48,88. «Ai quali si sommano», aggiunge Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, «le spese di trasporto, di manutenzione, di utenze, di sicurezza anti-incendio e di assistenza sanitaria». Per un totale anche di 100 euro al giorno (e per i minori non accompagnati). La spesa per il fenomeno dell’immigrazione, fa di conto il rappresentante degli uomini in divisa, in tutto «supera i due miliardi di euro l’anno». Poi ci sono i detenuti stranieri nelle nostre carceri, per i quali è ipotizzabile un costo per il contribuente italiano di poco meno di un miliardo di euro l’anno.

LA RABBIA DEI SINDACATI
«Il protocollo d’intesa Italia-Albania pone fine alle scellerate politiche delle sinistre di porte aperte e dell’accoglienza indiscriminata degli immigrati», taglia corto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Se non altro perché meno migranti sbarcano, meno costi ci sono per l’Italia. Da qui il «deterrente» del doppio hotspot aldilà dell’Adriatico, finalizzato a consolidare i numeri attuali, che già indicano una diminuzione degli sbarchi (e quindi dei migranti sul groppone dell’accoglienza): al 30 ottobre, erano 55.049 gli stranieri arrivati sulle nostre coste (nello stesso periodo dello scorso anno, erano 144.035).

I sindacati di Polizia respingono al mittente le accuse di «spreco» per il vitto e l’alloggio di un agente in Albania. Per Pianese si tratta di «critiche del tutto infondate» che «ignorano il risparmio che questa scelta comporta». «I costi nel nostro Paese per lo stesso numero di operatori, ad esempio a Lampedusa, sarebbero di gran lunga superiori e rappresenterebbero un onere maggiore per lo Stato».

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