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FdI contro John Elkann: "Ci vuole davvero una gran faccia tosta"

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Oggi, sabato 2 novembre, una pagina di Repubblica non è passata inosservata. Si tratta dell'apertura della sezione economia, il cui titolo recita: "Il piano di aiuti per l'auto che il governo ha tradito". Catenaccio: "Inapplicabile l'accordo in 20 punti definito a marzo. Anfia e sindacati chiedono interventi: rischio licenziamenti". Già, che Repubblica critichi il governo non è certo una novità. Ma in questo caso, al centro della critica, c'è proprio il settore-auto. E guarda caso, l'editore di Repubblica è John Elkann, presidente di Stellantis, il colosso in crisi nera.

Il punto è che lo stesso Elkann, nel corso della settimana, ha rifiutato l'audizione in Parlamento su Stellantis: non si è presentato a rispondere su licenziamenti, tagli, piano di rilancio. Già, è fuggito dal Parlamento. Ragione per la quale, l'attacco di Repubblica sul tema-auto a molti è apparso paradossale, indigeribile: arriva subito dopo l'atteso, e mancato, confronto politico.

A puntare il dito ecco Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d'Italia: "Ci vuole davvero una gran bella faccia tosta a incolpare il governo della crisi dell'automotive in Italia. È quella de La Repubblica, di proprietà di John Elkann e quindi di Stellantis, che oggi in un articolo incolpa il governo di aver tagliato i fondi per l'auto, essendo così venuto meno al suo impegno di sostenere il settore nel suo periodo più difficile - premette -. Nulla di più falso perché il governo Meloni dall'inizio del suo insediamento, attraverso l'impegno del ministro Urso, ha posto tra le priorità proprio la tutela della produzione e dei livelli occupazionali del settore auto. Quello che finora Stellantis non ha garantito, eppure vorrebbe comunque continuare a percepire sovvenzioni e sostegni". E ancora: "Se la situazione non fosse già assurda, si aggiunga il rifiuto dello stesso Elkann a essere audito in Parlamento. Un disprezzo per le istituzioni, alle quali però continua a chiedere aiuti e risorse. Ma evidentemente questo a La Repubblica non interessa: meglio continuare ad attaccare il governo, coprendo le responsabilità del proprio editore", conclude Malan. 

Poi le parole di Luca De Carlo, senatore FdI e presidente della commissione Industria del Senato. "Dopo anni di imbarazzanti silenzi sul disimpegno del gruppo Fiat, prima, e di Stellantis, poi, dall'Italia, La Repubblica oggi pubblica un articolo a dir poco grottesco. Secondo loro il calo dell'automotive in Italia non sarebbe responsabilità del suo editore, ma piuttosto del governo Meloni e dello Stato italiano, che non riempiono di soldi Stellantis anche quando riduce produzione e occupazione. Insomma, La Repubblica, di proprietà degli Elkann, invoca un super bonus Stellantis: miliardi pubblici concessi gratuitamente e senza impegno", conclude De Carlo.

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