"A lezioni di manganello dai poliziotti": l'ultimo delirio della sinistra
È cosa ormai nota che fra gli obiettivi preferiti dalla sinistra ci siano gli agenti di polizia. Gli uomini in divisa, che ogni giorno rischiano la vita per garantire la sicurezza dei cittadini, da quando il governo Meloni è in carica finiscono puntualmente nel mirino dell’opposizione. Un’ossessione tanto marcata da far diventare la proposta di apporre il numero identificativo sui caschi degli agenti una delle battaglie di bandiera dell’opposizione in tema di sicurezza. Il motivo è presto detto: scoraggiare le reazioni della polizia, anche quando costretta a difendersi dagli assalti di qualche manifestante esaltato.
E così, anche una normale dimostrazione diventa motivo per sollevare polemiche e sdegno nell’emisfero sinistro della politica nostrana. A finire sotto accusa sono stati alcuni agenti che, all’interno di uno stand dalla Polizia di Stato, hanno mostrato a degli studenti le tecniche che vengono insegnate in accademia sull’uso del manganello.
All’interno della scolaresca in questione, la 5C del liceo Fermi di Genova, qualcuno si è evidentemente sentito toccato. I ragazzi, in gita all’Expo Training 2024 di Milano per visionare i banchetti di orientamento post liceale, sono stati catturati da quanto stava accadendo presso la postazione degli uomini in divisa. Alcuni compagni di classe si sono subito prestati per partecipare alle dimostrazioni pratiche e, ovviamente, qualcun altro ha ripreso la scena catturando alcune battute sugli ipotetici manifestanti da sfollare.
Apriti cielo, subito è partita la caccia ai poliziotti “violenti”: «Studenti a lezioni di manganello» si è affrettata a titolare Repubblica. E, a stretto giro, l’indignazione è montata anche su La Stampa che ha parlato di «Lezioni di manganello dalla polizia», rilanciando le parole di una studentessa che ha accusato le forze dell’ordine di normalizzare l’uso della violenza.
La vicenda, rimbalzata nelle homepage di molti siti, è arrivata nelle mani dell’opposizione che non ha perso tempo a rilanciare quanto avvenuto a Milano, puntando il dito contro il governo. Capopopolo della rivolta il leader di Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni, che ha annunciato un’interrogazione in Parlamento. «Che funzione educativa ha spiegare l'uso di uno sfollagente su un manifestante?», si chiede il deputato rosso. «Credo che i ministri dell'Interno e dell'Istruzione ci dovranno dare delle spiegazioni in Parlamento», prosegue la nota, «oltre naturalmente il Capo della Polizia e l'Ufficio Scolastico Regionale della Liguria che dovranno capire e farci sapere perché una cosa simile sia potuta accadere».
L'ossessione dei compagni: nelle divise vedono il fascismo
Puntualissimo anche il Pd, intervenuto tramite la sua responsabile nazionale delle scuole, la deputata Irene Manzi: «Riteniamo che non vi sia nulla di formativo, orientativo e tantomeno educativo nella dimostrazione pratica della violenza». Anche la piddina ha quindi puntato il dito contro Piantedosi: «Ci aspettiamo che il Ministero dell'Interno verifichi e chiarisca».
La polizia si vede quindi nuovamente tirata per la giacchetta, questa volta per una semplice dimostrazione pratica di quella che è una sfaccettatura del lavoro dell’agente. E, intanto, da sinistra si continua ad avvelenare un clima già teso attorno alle forze dell’ordine.