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Umbria, salta l'inchiesta su Donatella Tesei: il Pd ora trema

Alessandro Gonzato
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To’: due settimane prima delle elezioni regionali umbre esce la notizia che la ricandidata governatrice di centrodestra è indagata per abuso d’ufficio. Guarda un po’: la notizia la sparano i siti di Repubblica e La Stampa; i due giornali evidenziano che Donatella Tesei, leghista, «si salva solo per l’abolizione del reato»; da sinistra parte il fuoco di fila, dichiarazioni tragicomiche in ciclostile (ci arriviamo); poco dopo l’Ansa scrive che «l’indagine sarebbe partita da un esposto anonimo» e che «nel fascicolo non sarebbe stato formalizzato un vero e proprio capo d’accusa». Insomma, è un flop. Il procedimento è stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari il quale ha accolto la richiesta del procuratore Raffaele Cantone. La sinistra ha sperato di imbastire un nuovo “caso Liguria” – magari con esito elettorale diverso – ed è finita spernacchiata. Prima la reazione della Tesei: «Ho appreso la notizia solamente oggi e solo perché ne hanno parlato i giornali. Mi risulta che l’indagine era iniziata da tempo e già questo dimostra ancora una volta la correttezza dell’operato della mia amministrazione. Per il resto», ha aggiunto, «in attesa di consultare gli atti assisto alla consueta attività di strumentalizzazione e mistificazione, con argomenti di ignobile livello, amplificata dalla vicinanza della scadenza elettorale». (...)

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