Liguria, Alfieri scuote Pd e Schlein: "Qual è stato l'errore politico dietro la sconfitta"
Il campo largo è morto. E sepolto. Davanti alla spiaggetta di Boccadasse di fatto è finito il sogno di una coalizione di centrosinistra in cui il Pd e i 5s avrebbero potuto trionfare contro il centrodestra in questa tornata di regionali, un po' come accaduto già in Sardegna. Ma quanto accaduto dalle parti di Cagliari è stato un semplice passo falso a cui i moderati hanno subito rimediato trovando unità di intenti su un candidato forte come Marco Bucci.
E a certificare lo sfascio del campo largo sono anche le accuse incrociate tra dem, grillini e Italia Viva sul "colpevole" della sconfitta. C'è chi sostiene che il tonfo sia stato provocato da "no" a Italia Viva, c'è chi sostiene invece che lo smembramento della coalizione sul piano nazionale abbia influito sulle scelte locali. Ma anche c'è chi accusa i grillini di aver sabotato il voto con la rissa tra Conte e Grillo poco prima dell'apertura delle urne.
E a rincarare la dose sugli errori commessi dai dem è proprio uno dei membri della segreteria del Nazareno, Alessandro Alfieri, esponente di spicco dell'ala riformista: "Il Pd ha incassato un notevole 28%, il doppio di FdI. Ancor di più per questo la nostra sconfitta in Liguria brucia". "Sono prevalsi i veti. E ai veti - ha aggiunto- è seguito un errore politico: pensare che si dovesse scegliere tra il 6% di Conte e il 2% di Renzi" dei "sondaggi". Il "no al leader di Iv sarebbe stato inevitabilmente percepito - e quindi strumentalizzato - come un no alla parte centrista della coalizione". "Dobbiamo concentrarci sulle sfide in Emilia Romagna e Umbria, ma subito dopo serve una discussione seria". Insomma l'appello tra le righe (e dunque anche la critica) a Schlein è quella di non aver saputo vedere al di là dello steccato di partito. Bene il Pd, malissimo la sua leader.