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Beppe Grillo umilia Conte: "Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo"

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Qualche anima candida, nel Movimento 5 Stelle, si spettava quasi un mea culpa di Beppe Grillo all'indomani della disastrosa performance del Movimento alle regionali in Liguria. Il partito guidato da Giuseppe Conte, ormai in guerra aperta con il comico genovese e fondatore, ha racimolato il 5%, dimezzando il 10% raccolto alle europee lo scorso giugno. Invece, sui social, Beppe-Mao balla sul cadavere politico dell'Avvocato, celebrando a suo modo la sconfitta tanto dei 5 Stelle quanto del centrosinistra, con il candidato Pd Andrea Orlando battuto dal sindaco di Genova Marco Bucci, in rappresentanza del centrodestra unito.

"Si muore più traditi dalle pecore, che sbranati dal lupo", scrive Grillo nelle "storie" temporanee del suo account Whatsapp. Una citazione attribuita a un "autore sconosciuto" e accompagnata dalla foto di un lupo. Impossibile all'interno del M5s non cogliere un riferimento del garante alla guerra con Conte.

 

 

 

Nei giorni scorsi, immediatamente prima del voto in Liguria, il presidente del Movimento aveva annunciato nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa che non rinnoverà il contratto di consulenza di Grillo da 300mila euro e il co-fondatore del M5s aveva replicato con un video social per rivendicare "il diritto a estinguere il Movimento". Risultati alla mano, non è chiaro se a estingure i 5 Stelle sarà Grillo o Conte.

 

 

 

Scorati e amareggiati i commenti di vari esponenti grillini. "La disaffezione alla politica che in Liguria ha portato solo il 46% alle urne e l'esito che per noi ne è scaturito, sono la conferma della necessità di un cambiamento radicale per il Movimento - sono le parole di Pietro Lorefice, senatore M5s e segretario di Presidenza di Palazzo Madama -. Non è più il momento di dare o darci colpe, ma dell'essere costruttivi, propositivi, attivi e attivisti come non mai. In questo passaggio da ciò che eravamo a ciò che saremo, la strada giusta è oggi più che mai quella della Costituente. È grazie a questo processo di coinvolgimento reale e tangibile che il Movimento cambierà nella sostanza, al di là della forma, nella direzione stabilita dal popolo sovrano nel modo più democratico che possa esistere: attraverso una partecipazione che va ben oltre la mera, per quanto fondamentale, chiamata alle urne. Un nuovo rapporto diretto con chi prima di essere elettore, è una persona, linfa vitale e imprescindibile di una democrazia autentica al cui servizio il Movimento è stato sempre e sempre rimarrà".

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