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Liguria, ecco chi ha doppiato il M5s di Giuseppe Conte: pietra tombale sui grillini

Alessandro Gonzato
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Hanno accusato Giovanni Toti e i suoi fedelissimi di «sistema marcio»; Giuseppe Conte, insieme al caravanserraglio della sinistra, a luglio è sceso in piazza a Genova e ha chiesto la testa dell’allora governatore; i suoi discepoli hanno gridato al «mercimonio»: «Non si può governare una regione incontrando imprenditori sullo yacht»; hanno urlato «Toti si faccia da parte, non può tenere sotto scacco un intero territorio». Hanno denunciato che «l’amministrazione» faceva schifo, e allora meglio non riportare il giudizio dei liguri sui 5Stelle, dato che hanno preso la metà dei voti della lista che aveva all’interno alcuni fedelissimi dell’ex presidente, “Bucci presidente vince Liguria”: mentre scriviamo il confronto è 9,4 a 4,7, e al limite cambierà di pochi decimali.

Nel 2020, alla tornata precedente, il Movimento aveva preso il 7,8%. Alle Europee dello scorso giugno – ma si tratta di un tipo di elezione diverso, va sottolineato – Conte in Liguria aveva ottenuto il 10,2. Insomma: per gli ex grillini, qualsiasi sia il punto di vista, è stata una Caporetto. Ex grillini perché Conte alla vigilia del voto ha scaricato Grillo e l’ex comico genovese ha sparato non solo contro Conte ma anche contro i suoi candidati «tutti catapultati dall’alto». Ricordiamo giusto qualche staffilata di Grillo all’ex premier: «Il Movimento non c’è più, Conte è il Mago di Oz, faccia il suo partito dei 22 mandati, può arrivare all’8%», ma su base nazionale. E ancora: «Rivendico il diritto all’estinzione del mio movimento, è evaporato». Il presidente del seggio di Sant’Ilario (Genova), dove Grillo risiede, ha informato che l’attore non è andato a votare. Visto il clima non ci saremmo meravigliati neppure se avesse votato per Meloni, Salvini o Tajani.

 


Per il Movimento è stata una disfatta, e dire che poteva andare pure peggio: un’ora e mezza dopo l’inizio dello spoglio “fonti M5S” avevano riferito che il partito si sarebbe arenato al 3%. È finita con una manciata di voti in più, ma in realtà ci sono zone dove il Movimento ha preso davvero il 3 o poco più, ad esempio a Imperia. Eppure il buon umore non manca nella casa pentastellata. La prima dichiarazione, quasi all’ora di cena, è quella di Stefano Giordano, coordinatore provinciale di Genova dei 5Stelle, il quale parla mentre il Movimento nella provincia è al 5,7%: «Abbiamo fatto un bel lavoro, più di così non si poteva fare. Sui territori», attenzione, «magari il messaggio non è arrivato bene (magari invece è arrivato benissimo, ndr), ma i dati sono chiari e inequivocabili.

Dall’altra parte c’è una politica che ha concesso a “Cetto La Qualunque” qualsiasi cosa pur di poter portare avanti una politica di pochi e non della collettività». La situazione è tragicomica. Poi il Giordano ha attaccato Nicola Morra, ex grillino che ha fatto corsa a sé (prendendo circa l’un per cento): «Secondo me ha portato via tutto quello che nel Movimento doveva andare via, quindi sono anche contento, ci ha portato via quella parte che non aveva più casa, poi sarà un suo problema mantenere quello che ci sta portando via a noi, perché noi non riuscivamo più a gestirlo». A La Spezia e Savona il Movimento non è andato oltre il 4.


Conte, per tirare la volata ai suoi candidati, su “X” (l’ex Twitter), aveva sentenziato: «La Liguria è di fronte a una scelta cruciale. Quello che c’è dall’altra parte i liguri lo hanno già sperimentato: la politica del sistema Toti che si ritrova sugli yacht a programmare qualche buon affare per qualche amico imprenditore, mentre i cittadini aspettano 400 giorni per una visita cardiologica, rimangono parcheggiati nei pronto soccorso, viaggiano su treni su un binario solo...». Giuseppi era stato perentorio: «Su tutto questo vigila la politica di Meloni, che taglia e fugge: vai sul palco di Genova a fare un comizio ma non nei pronto soccorso a spiegare ai cittadini in fila che con i tuoi tagli hai staccato la spina alla sanità». I liguri, ai (pochi) seguaci di Conte, hanno tolto la corrente. Dalle parti del Movimento è buio pesto. Un buio certificato dallo stesso Conte che a giochi fatti commenta: «Quello del Movimento è stato un risultato deludente, sotto le aspettative, ma l’alleanza con Renzi ci avrebbe fatto perdere voti. Siamo sinceramente dispiaciuti per non aver ottenuto con Andrea Orlando la vittoria: il suo impegno e' stato encomiabile. Usciamo a testa alta».

 

 

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