Vittoria Baldino contro Grillo: "Non ha il diritto di trattarci come minus habens"
Chiamatela "l'avvocato dell'avvocato": Vittoria Baldino, vice-capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, scende in campo per difendere Giuseppe Conte nella faida con Beppe Grillo, che in giornata ha toccato un nuovo vertice di tensione. Il fondatore ha infatti invitato l'ex premier a fondarsi un nuovo partito dal momento che lui, Grillo, ha tutti i diritti di "estinguere il Movimento".
"Beppe ci sta dicendo che se il M5s cambia pelle preferisce vederlo morto perché non lo riconosce più come la sua creatura. Come in tutte le storie complicate non c'è chi ha ragione e chi ha torto, ma chi ha visione e prospettiva e chi no - tuona su Facebook la Baldino, uno dei volti televisivi del Movimento "contiano" -. Beppe è stato senza dubbio un visionario. Oggi però temo che le sue azioni siano animate più dal rancore che dalla razionalità. Credo che a Beppe avrebbe fatto bene viverlo di più da dentro il M5s: dai territori, dalla fatica degli eletti nelle istituzioni, per avere un quadro più realistico e meno idealizzato di cosa vuol dire passare dalle parole e dalle idee ai fatti. È come se il proprietario di una grande azienda non conoscesse i suoi operai, la sua catena produttiva, le difficoltà contabili e amministrative e pretendesse di giudicare e decidere senza cognizione di causa. In termini psicologici si direbbe animato da un bias di superiorità".
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"Non ho mai visto Beppe - riprende la deputata - in un gruppo territoriale a discutere con gli attivisti o a Roma ad organizzare insieme a noi un'azione simbolica in aula o un atto parlamentare o a darci consigli di comunicazione. Eppure non è semplice. Abbiamo scontato e continuiamo a scontare la sua pesante eredità. Ma c'è differenza tra essere Beppe Grillo, con la sua storia, la sua fama ed essere un Sindaco, un Parlamentare, un Ministro o un Assessore. Se sei Beppe Grillo rispondi solo a te stesso, se sei un'istituzione rispondi alla gente che da te si aspetta risposte, serietà e credibilità".
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"Io voglio bene a Beppe, anche se lui mi conosce poco - prosegue la Baldino -. Gli sarò per sempre grata per essere riuscito a risvegliare in me e in tantissimi altri la speranza che una politica diversa fosse possibile. Averci creduto ci ha permesso di fare una carriera che probabilmente altrimenti non avremmo fatto. Ma questo non gli consegna il diritto di considerare ciascuno di noi (salvo pochi eletti) come minus habens. Non per questo è infallibile o inopinabile e non per questo chi lo obietta deve essere bollato come 'ingrato'. E non è questione di tifoserie, o di stare con Grillo o con Conte perché non siamo tifosi, né soldati. O quanto meno, io non mi sento tale".
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"Sono convinta che se si vuole essere dei buoni politici bisogna sentirsi sempre liberi. Liberi di pensare e di dire quello che si ritiene giusto, liberi di scegliere se continuate a fare politica perché ci si crede e non perché non si ha altro da fare. Allora in totale libertà e sincerità dovremmo dirci se siamo ancora utili al Paese, oppure no. Io, che vedo da dentro quanto il M5s può incidere nelle istituzioni, quanto ha introdotto e continua a imporre idee e temi nuovi, quanto continua a essere sentinella di buona politica, dico di Sì. Chi non ha mai avuto la pazienza e l'umiltà di andare a vedere da dentro, dice di No e preferisce la sua estinzione. Quasi come se fosse un leone da tastiera pronto a commentare dall'altro lato dello schermo. Penso e spero che quell'era dei leoni da tastiera che con estrema facilità dicono agli altri cosa si deve fare dal comodo divano di casa ce la siamo lasciata alle spalle. Abbiamo imparato sul campo quanto sia complicato fare, quanto sia indispensabile trovare convergenze per contare. Abbiamo fatto, siamo caduti, ci siamo rialzati, ci siamo sporcati le mani, sempre tenendo alta la bandiera dell'onestà e del rispetto del nostro ruolo. Abbiamo cambiato in meglio la politica, ne sono convinta. Possiamo continuare a contagiarla di buone idee e buoni principi" conclude Baldino.