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Se il sindaco del Pd Lepore va in fuga dalla realtà

Leonardo Iannacci
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Bologna sta vivendo giornate decisamente drammatiche per gli sconquassi alluvionali che hanno colpito la città, a tal punto da far passare in secondo piano una partita di calcio, seppure importante per il campionato di Serie A come è Bologna-Milan, in cartellone per oggi allo stadio Dall’Ara, l’impianto storico della città delle Due Torri, una delle quali pericolante come ormai tutti sanno, simbolo di un’amministrazione pubblica che governa male una città pericolosamente al terzo posto nella triste classifica dei fatti di cronaca nera. Bologna-Milan, tuttavia, è stata rinviata a data da destinarsi e ha contribuito ieri a generare un caos notevole diventando una partita-fantasma. Un’ordinanza del sindaco pidiessino Matteo Lepore ha causato lo stop della partita a causa di «attività di ripristino della situazione nelle aree pubbliche e nelle proprietà private attorno allo stadio». Ricordiamo che l’impianto si trova nello stesso quartiere martoriato dal maltempo in questi giorni.

LE MOTIVAZIONI
Tuttavia non ha ricevuto alcun danno strutturale e la sensazione è che la partita si sarebbe potuta disputare regolarmente oggi, ovviamente a porte chiuse. Le operazioni di soccorso e ristrutturazione delle zone colpite dal maltempo sono ancora in atto e il passaggio di 35.000 persone verso lo stadio avrebbe causato non pochi problemi di ordine pubblico al quartiere. Però una partita senza pubblico e casini vari attorno all’impianto non sarebbe stata un’assurdità: abitiamo a pochi isolati dallo stadio e, ieri, siamo andati a verificare di persona le difficoltà dei lavori in corso per il maltempo e se la partita si sarebbe potuta giocare. A nostro parere, assolutamente sì. Anzi, avrebbe colorato il pomeriggio delle decine di bolognesi e dei volontari che da giorni spalano nel fango. Sarebbe stato un bel momento di distrazione, vista in televisione. Ma il sindaco Matteo Lepore, barbetta caprina e tessera da Pd di terza generazione, ha deciso il contrario e così, per la prima volta nella storia, un primo cittadino — lo stesso che ha sulla coscienza la famigerata “Bologna 30 all’ora”, il vecchio canale scoperchiato dopo decenni in centro per scarnificare l’urbanistica e togliere 250 parcheggi, e poi l’inutile tram in costruzione che ha spaccato la viabilità cittadina — ha fatto rinviare un incontro di calcio e creato un caos non calmo in un venerdì surreale.

L’ordinanza di giovedì sera di Lepore ha proibito un futile motivo di svago, è vero, un incontro di pallone che in giornate drammatiche come sta vivendo la città di Bologna deve essere valutato con il giusto equilibrio. Tuttavia quell’ordinanza ha creato un pericoloso caso di competenza. La decisione di non far giocare la partita non è mai spettata al sindaco, se non in periodo di Covid, bensì al prefetto: al primo cittadino spetta se concedere o meno lo stadio, che è cosa diversa dal vietare una partita, in quanto l’impianto è proprietà del Comune ma non di portare al rinvio o all’annullamento di un evento. Roba anche da creare un arrogante precedente in caso di maltempo futuro: una robusta nevicata porterà Lepore a fare lo stesso? E quanti sindaci si adegueranno alla sua ordinanza firmata in futuro? La titolarità del rinvio di una partita, da che mondo è mondo, spetta poi alla Lega calcio che non aveva disposto nè l'uno nè l’altro sino alle 15 di ieri pomeriggio allorché ha deciso: Bologna-Milan si giocherà ma chissà quando.

 

 

CONFUSIONE
L’ordinanza di Lepore ha, come detto, destabilizzato le cose e creato anche confusione fra allenatori, giocatori e tifosi di Bologna e Milan: solo a metà pomeriggio questa fastidiosa litania ha avuto fine con il rinvio dell’incontro anche se le previsioni meteorologiche danno per oggi, sulla città, un tempo variabile e pioggia zero. Allerta meteo, quindi, inesistente. Il sindaco del Pd appoggiato dalla coalizione di centrosinistra, alla notizia del rinvio, ha chiosato esultando: «Questa mattina ho sentito i rappresentati della Lega Calcio per un confronto che reputo utile. Mi sembra si sia andati verso una scelta di sensibilità per il nostro territorio, li ringrazio». Il Bologna Calcio, dal canto suo, non si è stracciata le vesti per il rinvio: in caso di spostamento della partita in altra sede avrebbe perso l'incasso della partita, metà del quale aveva già destinato con generosità alle famiglie alluvionate in difficoltà e rimborsare biglietti e sponsor. In tutto questo, una domanda: qualcuno ci dovrà spiegare perché oggi si terrà regolarmente alla Unipol Arena di Casalecchio la Bologna Boxing Night con il match tra Pamela Malvina e Nina Pavlovic, valido per la cintura europea Ebu di pugilato. Il pugilato sì e il calcio no?

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